Situazione attuale

Siria

Nel corso di ottobre la Siria ha iniziato a muovere passi cauti verso una fase post‑regime, guidata da Ahmed al‑Sharaa, insediatosi come Presidente ad interim dopo la caduta di Assad. Il 5 ottobre si sono svolte le prime elezioni parlamentari con cui si sono insediati anche 210 membri, di cui un terzo nominati dal Presidente e il resto scelto tramite collegi elettorali. L’evento ha avuto un forte valore simbolico, ma la partecipazione reale è stata limitata e la rappresentanza di donne e minoranze minima.
Parallelamente, il Governo ha cercato di riallacciare i rapporti internazionali: il Ministro degli Esteri è stato in Libano per colloqui bilaterali e a metà mese al‑Sharaa ha incontrato Putin a Mosca. Ci sono stati anche accordi per collegare il Paese a nuove reti di telecomunicazioni internazionali. Nonostante questi sviluppi, la sicurezza resta fragile. Ad Aleppo scontri tra forze governative e milizie a maggioranza curda hanno causato almeno un morto e diversi feriti, mentre un’autobomba tra Deir ez‑Zor e al‑Mayadin ha provocato quattro morti e nove feriti. Inoltre le famiglie delle persone scomparse durante il regime continuano a chiedere verità e giustizia.
In generale, ottobre mostra una Siria che prova a ricostruire istituzioni e rapporti esteri, ma le basi della stabilità restano fragili e la pace reale per i cittadini rimane lontana.

Libano

Nel mese di ottobre l’Alto Commissariato per i Rifugiati ha continuato a sostenere il ritorno dei siriani nelle loro aree di origine. Il 9 del mese è stato avviato con successo il primo rimpatrio organizzato dal Libano alla Siria attraverso il valico di frontiera di Arida. Circa 400 rifugiati sono rientrati dal Libano nell'ambito del programma congiunto coordinato da UNHCR Siria, UNHCR e OIM Libano con il governo siriano. Al contempo, si assestano e vengono registrati da parte della Croce Rossa i numeri delle persone sfollate a seguito dei massacri di marzo a danno della popolazione (in particolare della comunità Alawita) residente nella zona costiera tra Latakia e Tartous. Circa 20.000 persone per un totale di poco meno di 5.000 nuclei familiari si trovano nella regione dell’Akkar, di cui si stima che il 10% risieda in rifugi collettivi.
Sul fronte Hezbollah, sembrerebbe che la presa capillare nella regione della Beqaa stia venendo meno a seguito di una serie di attacchi messi in pratica da Israele nei mesi scorsi, mirati a neutralizzare figure di spicco. Ciononostante, la presenza stabile di artiglieria pesante rimarcata dall’inviato speciale in Siria Tom Barrack, evidenzia come il piano di disarmo nei confronti del “Partito di Dio” proceda a rilento. L’ambasciatore USA continua suggerendo che Beirut segua Damasco nell’avviare un dialogo verso la normalizzazione dei rapporti con Israele.
Gli ultimi giorni del prossimo mese vedono invece pianificata la prima visita apostolica nel nuovo pontificato di Papa Leone XIV.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Durante il mese di ottobre il gruppo sul campo è rimasto prevalentemente in Siria, a Quseyr, eccetto una breve parentesi in Libano per arrivi/ripartenze di alcuni volontari. L’obiettivo che ci si è prefissati è di continuare a inserirsi sempre di più nella rete di relazioni della città, frequentando persone delle diverse confessioni religiose. Oltre questa divisione, si stanno facendo sempre più evidenti le differenze tra coloro che durante la guerra sono stati in posti differenti (Idlib, Turchia, Giordania, Libano, Siria). 
Alle visite - che si fanno strumento di condivisione e conoscenza ora più che mai - sono stati affiancati un corso d’inglese e uno di sport per ragazzi e ragazze dai 10 ai 14 anni, realizzati grazie alla collaborazione con un’associazione che opera sul territorio, di cui fanno parte tutte persone di Quseyr.
Non sono mancate poi gite fuori porta, sia nella campagna intorno a Quseyr che più lontano. In particolare, le prime sono state sia visite a vecchie conoscenze e incontri con persone nuove dei villaggi vicini, utili per capire come sta evolvendo la situazione anche in zone più isolate; gli altri invece sono stati incontri molto emozionanti con amicizie del Libano, che finalmente sono ritornate a casa.
Tanta è la fatica per tornare a stare insieme, ma le persone sembrano determinate a farlo, con la speranza di una pace che ristabilisca l’affetto presente prima del governo degli Assad. 
Shwai shwai, piano piano.

Situazione attuale

Siria

Settembre verrà ricordato, nella storia del popolo siriano, come il momento in cui il Presidente della nazione ha potuto partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dopo ben 58 anni di assenza. L’evento è stato celebrato in tutto il Paese con maxi schermi presenti nelle piazze delle principali città, per seguire il discorso tanto atteso. I temi presentati sono stati tanti, ma grande importanza è stata data alle relazioni con la comunità internazionale, all’immagine della nuova Siria e ai rapporti con Israele. Quest’ultima ha infatti già lanciato più di un migliaio di attacchi in territorio siriano dalla partenza di Assad e il rischio di creare tensioni interne rimane alto. Il Governo siriano si è reso disponibile al dialogo, con l’obiettivo annunciato di una de-escalation mediata dagli Stati Uniti. Le trattative sono in corso, con Israele che dovrebbe rinunciare agli attacchi se il Governo siriano non posizionerà armamenti pesanti lungo il confine.

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Situazione attuale

Siria

Secondo quanto reso pubblico dall’UNHCR, ad oggi sono circa 1,7 milioni i siriani “sfollati interni” che sono potuti ritornare nelle proprie zone di provenienze.

Sono circa 850.000, invece, i siriani ritornati dai Paesi limitrofi, di cui circa 400.000 dalla Turchia e 200.000 dal Libano.

Per quanto riguarda il supporto alla ripresa del Paese, gli investimenti maggiori, tendenzialmente privati, stanno provenendo da Qatar, Arabia Saudita e USA e riguardano soprattutto infrastrutture strategiche quali aeroporti, porti e approvvigionamento di risorse per alimentare il fabbisogno energetico. Tuttavia, sono crescenti le apprensioni per l’entourage di persone che rivestono ruoli chiave nella gestione della conclusione di accordi economici importanti per affrontare questioni cruciali per tutta la popolazione siriana.

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Situazione attuale

Siria

Nel mese di luglio la Siria è stata travolta da una nuova ondata di violenze, con epicentro nella provincia meridionale di Suwayda, abitata in maggioranza dalla comunità drusa. La scintilla di tutto, il 13 luglio, è stata un episodio di reciproci rapimenti tra drusi e tribù beduine, ma in poche ore la tensione si è trasformata in scontri armati con armi pesanti. Le forse del governo transitorio sono intervenute per ristabilire l’ordine, ma la loro presenza ha aggravato la crisi portando a esecuzioni di civili drusi disarmati, costretti a dichiarare la loro religione prima di essere uccisi. Testimoni riferiscono anche di arresti arbitrari e perquisizioni casa per casa da parte delle forze governative. Il 15 del mese è stato raggiunto un fragile cessate il fuoco, presto infranto. Il giorno successivo Israele ha lanciato raid su Damasco, colpendo il Ministero della Difesa e aree vicine al palazzo presidenziale, dichiarando di voler difendere i drusi e inviare un segnale al governo. I giorni seguenti hanno visto la città di Suwayda sottoposta a un blocco totale di cibo, carburante e medicine, mentre ONG e ONU denunciavano gravi crimini di guerra. Il 19 luglio è stato annunciato un nuovo cessate il fuoco, ma anche in questi caso le violenze e le tensioni sono continuate. Parallelamente, il 25 luglio le forze siriane e curde, con il sostegno della coalizione internazionale, hanno condotto un’operazione contro l’ISIS ad Al-Bab, eliminando un leader del gruppo.

Sul fronte diplomatico, il 26 si sono tenuti a Parigi dei colloqui a cui hanno partecipato Siria, Israele e Stati Uniti, senza risultati concreti ma con la proposta di inviare osservatori internazionali. A fine mese, il bilancio era pesante: centinaia di civili uccisi, tra cui donne e bambini, infrastrutture distrutte e una crisi umanitaria che ha riportato il sud della Siria in una condizione di guerra aperta.

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Situazione attuale

Siria

Man mano che si entra nel merito delle principali questioni da affrontare per il recupero e la ricostruzione del Paese, emergono diversi scenari a cui far fronte come la sicurezza alimentare.

Il quadro preoccupante dei dati OCHA rivela che la denutrizione colpisce un siriano su 3. A questa situazione, dovuta prevedibilmente dalla guerra, le sanzioni e lo scarso accesso al cibo, acqua potabile e acqua pulita per produzione alimentare, si aggiunge anche la crisi del grano e un’aspra siccità.

L’evento più allarmante, non solo per entità, ma anche per le prospettive di tenuta e coesione della Siria, riguarda l’attentato alla chiesa di Sant’Elia, nel quartiere di Dweila a Damasco, che ha mietuto 25 vittime e circa 60 feriti colpendo in realtà su più fronti. Una delle più antiche comunità cristiane del mondo, già erosa da 2 milioni a 500.000 cristiani, si ritrova spaventata dal repentino cambio di equilibri di potere e dalla potenziale deriva islamista.

In questo senso, le tensioni e violenze confessionali rimangono uno dei principali nervi scoperti del nuovo corso post regime. Inoltre, i fautori dell’attacco, un tempo alleati delle forze del nuovo governo centrale, dimostrano come persista un non pieno controllo delle forze governative, soprattutto relativamente ad alcune sacche di malcontento armato in quello che era il fronte ribelle.

Continuano le incursioni dei soldati israeliani nel sud ovest, a Quneitra e Beit Jinn. Le violazioni arbitrarie del suolo siriano vengono motivate da presenza di depositi di armi e di militanti armati, portando così all’ingresso di truppe che raggiungono anche un centinaio di uomini. 

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