Situazione attuale
Siria
Il 6 Marzo, a seguito di un arresto di individui considerati pro-Assad nella zona di Latakia, persone armate Alawite hanno realizzato un’imboscata causando 13 vittime tra le fila delle forze di sicurezza neo-governative. Questo episodio ha scatenato violenze e odio, eredità avvelenata del regime di Assad. I massacri indiscriminati, i rastrellamenti e le esecuzioni sommarie sono stati realizzati da un fronte armato che comprende uomini della sicurezza neo-governativa e gruppi armati Sunniti prevalentemente provenienti dalla zona di Idlib, roccaforte in questi anni rimasta fuori dal controllo del regime e dominata da Hay'at Tahrir ash Sham (Hts), gruppo islamista che ha preso il potere dopo la caduta del regime.
Quello che si è verificato nella zona costiera di Latakia, a sua volta storica roccaforte degli Alawiti pro-Assad, ha riportato alla mente gli orrori della guerra civile, con stime che arrivano a contare oltre 1500 vittime in meno di una settimana. L’onda lunga di questi eventi continua a serpeggiare e a far registrare violenze più sottotraccia con esecuzioni e regolamenti di conti continui.
Negli stessi giorni, il governo centrale di Damasco siglava accordi con la comunità Curda e quella Drusa, alla ricerca di una progressiva unità nazionale che ben lungi però dall’essere raggiunta. L’accordo storico con i Curdi prevede il cessate il fuoco lungo la linea dell’Eufrate e la progressiva integrazione delle autorità Curde del Nord-Est nelle fila del nuovo Stato. Analogamente, l’accordo con la comunità Drusa, a Sud Ovest, ricerca un compromesso tra le aspirazioni di autonomia locale e l’ambizione da parte di Damasco di riportare tutte le componenti del Paese sotto l’egida del governo centrale.
Parte del Sud Ovest del Paese e proprio i Drusi rimangono ancora sotto occupazione militare israeliana che punta a soggiogare le comunità locali attraverso incursioni di terra ed effettuando bombardamenti aerei che bersagliano le zone di Suwayda, Damasco, Homs e Hama.
Libano
A marzo l’esecutivo Salam ha avviato le operazioni di governo aprendo innanzitutto un dialogo con il Fondo Monetario Internazionale per ottenere prestiti e stabilizzare un’economia in completo default con un tasso di inflazione in continua crescita. Inoltre, il Presidente Aoun ha intensificato gli sforzi per riallacciare i legami con i Paesi del Golfo, cruciali per la ripresa economica.
Le tensioni al confine sud con Israele sono riemerse con lanci di razzi dal Libano e raid israeliani su aree come Marjeyoun e Khiam, vanificando l'accordo di cessate il fuoco di Novembre .
Il Ministro della Difesa israeliano Katz ha minacciato ritorsioni dirette su Beirut se gli attacchi continueranno, arrivando infine a compiere un raid nel quartiere di Dahiyeh il 28 Marzo. Gli USA insistono che venga avviato un piano per il disarmo di Hezbollah da parte dell’esercito libanese ma la presenza del gruppo nelle zone di confine complica gli sforzi diplomatici.
Parallelamente, la stabilizzazione in Siria, con il nuovo governo di Ahmed al-Sharaa, potrebbe aprire opportunità di cooperazione transfrontaliera, sebbene le incursioni israeliane nel Paese alimentino frizioni regionali.
La condizione del Paese continua a rimanere delicata e in continuo mutamento. Nei prossimi mesi lo sforzo principale verterà sul tentativo di bilanciare i legami con l'Occidente e gli Stati del Golfo, riuscendo al contempo a gestire le pressioni interne di Hezbollah e le ricadute delle politiche Israeliane nella regione.
Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie
La presenza del progetto a Marzo, così come a Febbraio, si è aperta con un viaggio esplorativo in Siria, questa volta un po’ più lungo. Ai luoghi già visitati precedentemente, dove si è comunque tornati per consolidare i rapporti di amicizia - Damasco, Homs, Deir Mar Musa e Qusayr - si è aggiunta anche Aleppo. Anche qui si sono incontrate e ascoltate le persone e fatte nuove amicizie, ed è stato possibile girare per la città, dove gli effetti della guerra sono ben visibili.
Si è deciso di passare qualche giorno in più a Qusayr, così da avere il tempo di andare a trovare diverse famiglie, sia persone già incontrate in Libano, ma anche nuove conoscenze, spesso parenti o vecchie amicizie di nostre amicizie.
Il primo Marzo ha segnato anche l’inizio del Ramadan, che si è tradotto in ritmi delle giornate più calmi, visite brevi e numerosi inviti a rompere il digiuno insieme.
Sia in Siria che in Libano non è mai mancata l’opportunità di condividere momenti serali insieme alle persone, un gesto semplice, ma che racchiude in sé l’insegnamento di una profonda gentilezza e di un sincero senso di ospitalità.
Una decina di giorni prima della fine del Ramadan il gruppo sul campo è tornato in Italia. Il mese di Aprile sarà infatti un momento di incontro e confronto per capire in che modo portare avanti la presenza in Libano così come in Siria.




