Situazione attuale

Siria

Come già annunciato nelle ultime settimane di maggio il presidente della Turchia Tayyip Erdogan si prepara per l’operazione nel nord della Siria contro le forze curde. L’esercito turco è appoggiato dall’esercito nazionale siriano, gruppo che è sostenuto da Ankara e che si oppone ad Assad.
L’operazione sarà portata avanti nelle zone di Manbij e Tal Rifaat, a ovest del fiume Eufrate.
Sia la Russia che gli Stati Uniti hanno chiesto di astenersi dal compiere azioni che possano deteriorare una situazione già molto difficile nel nord della Siria.
Nel mese di giugno sono continuati i raid aerei di Israele in Siria.
L’Osservatorio per i diritti umani dichiara che sono stati abbattuti depositi di armi appartenenti ad Hezbollah.
Il 09 giugno è stato colpito l’aeroporto di Damasco dove sono state distrutte delle postazioni iraniane all’interno dello scalo aereo.
Lo stesso aeroporto è rimasto chiuso fino al 20 per i danni riportati.
Il 28 Abu Hamzah al Yemeni, leader jihadista di Hurras al-Deen, gruppo affiliato ad Al Qaeda, è stato ucciso da un attacco con drone per mano degli USA. 

Libano

Ad inizio giugno una piattaforma energetica internazionale è giunta a largo della costa israeliana per cominciare i preparativi per l'estrazione di gas naturale in un sito nel Mediterraneo orientale che il Libano rivendica come proprio. Il presidente della Repubblica, Michel Aoun, e il premier uscente, Najib Miqati, hanno definito "una provocazione" e un "atto ostile" l'arrivo della piattaforma.
Gli Stati Uniti dal 2020 mediano per un accordo tra le parti per la spartizione dei giacimenti di gas naturale.
I negoziati diretti tra i due Paesi sono mediati da Hochstein, inviato dagli Usa su richiesta dei politici libanesi.
Il Libano, dominato dal movimento Hezbollah, non ha finora però accettato di raggiungere un accordo per la spartizione del tratto di mare, rivendicando la sovranità su una più ampia area marittima.
Il primo ministro uscente Miqati ha parlato alla cerimonia di lancio del "Lebanon Crisis Response Plan 2022-2023” e ha chiesto 3,2 miliardi di dollari "per far fronte all'impatto continuo della crisi siriana".
Miqati ha minacciato di espellere dal Libano “in modo legale” i profughi siriani qualora la comunità internazionale non collabori per rimpatriare i siriani sfollati. Allo stesso evento il ministro uscente degli Affari sociali Hector Hajjar ha parlato del prossimo lancio di un'iniziativa per il ritorno dei profughi siriani in Siria, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Il Libano dichiara di ospitare 1,5 milioni di rifugiati siriani, il numero più alto di rifugiati pro capite al mondo.
Il Paese sta attraversando una crisi economica senza precedenti dal 2019, una delle peggiori nella storia del mondo dal 1850, secondo la Banca Mondiale. Questa crisi ha fatto precipitare improvvisamente molti libanesi nella povertà, aumentando il risentimento pubblico per la continua presenza di rifugiati siriani nel Paese. Alcuni politici ed esperti hanno impropriamente affermato che grazie alle donazioni in dollari delle agenzie umanitarie, i rifugiati siriani ricevono più aiuti dei libanesi più poveri.
Diverse ONG, tra cui Human Rights Watch e Amnesty International, hanno messo in guardia contro la deportazione dei rifugiati in Siria, dove le autorità affermano di aver arrestato, torturato o fatto sparire i rimpatriati siriani.
Questa crisi economica costringe sempre di più la popolazione a rischiare la vita partendo per l’Europa in modo illegale via mare. Il 7 giugno l’esercito libanese ha arrestato 64 persone pronte a salpare dalle coste libanesi nei pressi di Tripoli. Si tratta di Libanesi, Siriani e Palestinesi.
Da un punto di vista politico in questi ultimi giorni di giugno il premier Miqati ha avviato le consultazioni per la formazione di un nuovo governo, il quale dovrà rimanere in carica fino al prossimo ottobre quando si svolgeranno le elezioni presidenziali.

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Situazione attuale

Siria
La situazione sociale ed economica in Siria resta grave.
Il 13 maggio si è verificato un attacco da parte dei ribelli nel nord del Paese, a ovest della provincia di Aleppo. Sono morti 10 combattenti pro regime.
Unicef ha dichiarato che 12.3 milioni di bambini Siriani si trovano in stato di bisogno in Siria e nei Paesi limitrofi. Alla conferenza di Bruxelles che si è tenuta il 10 maggio, sono stati stanziati $ 6.7 bln da donatori internazionali in aiuti per i Siriani. $ 4.3 bln per quest’anno e $2.4 bln per il 2023 e il futuro. L’altro rappresentante UE Josep Borrell ha annunciato che l’UE contribuirà con € 1.5 bln per i siriani in Siria e ha poi dichiarato che “…non finanzieremo la ricostruzione in Siria finché non ci sarà una vera transizione dei poteri”.
Diverse associazioni siriane per i Diritti Umani e parte della società civile richiedono alle Nazioni Unite un’indagine autonoma a proposito del massacro di Tadamon, quartiere di Damasco, in cui 41 civili sono stati uccisi nel 2013. Il video che testimonia questo massacro è stato rilasciato dalla stampa gli ultimi giorni di Aprile. In corrispondenza dell’Eid-El-Fitr il Presidente Bashar Al-Assad ha indetto un’amnistia per cui circa 252 persone sono state messe in libertà nei giorni seguenti. Questa amnistia non si è applicata a chi ha commesso crimini di sangue.
Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani nelle carceri siriane si trovano tuttora 969.854 prigionieri politici.
L’8 maggio il Presidente siriano si è recato in visita in Iran dove ha incontrato il presidente Raisi e la guida suprema dell’Iran Khameini. Hanno parlato di reciproca cooperazione politica e questioni di sicurezza.
Nel mese di maggio poi il Presidente turco Erdogan ha annunciato un piano per il rimpatrio di 1 milione di siriani. Dal 2016 circa 500.000 siriani sono tornati in Siria in aree create dalla Turchia. La stessa infatti ha dichiarato di voler completare una zona di sicurezza al confine meridionale turco e diversi siriani anti Assad si sono detti pronti a sostenere quest’operazione.
Nel mese di maggio poi si sono registrati attacchi missilistici da parte di Israele: l’11 a Quneitra e il 21 nell’area di Damasco. Si tratta di target legati alla presenza iraniana nel Paese.

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Situazione attuale

Siria
Persiste, da parte di Mosca, il reclutamento in territorio siriano a sostegno dell’esercito russo nel conflitto in Ucraina.
Alcuni raid aerei condotti dalle forze armate russe in aree della Siria sotto influenza turca hanno violato la tregua in vigore con la Turchia. Quest’ultima ha di conseguenza chiuso l’accesso allo spazio aereo previsto per i veicoli russi in transito verso la Siria.
Con l’innalzamento dei prezzi dovuto alla guerra in Ucraina, gli aiuti alimentari previsti per le famiglie residenti nel nord-ovest della Siria dal World Food Program dell’ONU sono stati ridotti.
Nella seconda metà di aprile, si sono registrati ulteriori raid aerei israeliani sul territorio siriano aventi come obiettivi le postazioni militari legate all’Iran: in un’incursione aerea nei pressi di Damasco si sono contati nove morti.
Nell’area del Deir Ez Zor, lo Stato Islamico ha coordinato un attacco in cui diverse persone sono rimaste uccise, generando preoccupazioni circa il riemergere della sua presenza nel nord-est della Siria. Per contrastare gli ultimi movimenti dell’Isis, la Russia ha dispiegato una serie di bombardamenti aerei nel triangolo compreso tra Raqqa, Aleppo e Homs. Alcune proteste antigovernative organizzate ad As-Suwayda, nonostante la repressione vigente nel Paese, hanno condotto a sanzioni economiche dirette alla città che le aveva promosse.

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Situazione attuale

Siria
Nell’ultimo mese l’attenzione sul panorama geopolitico si è spostata sul conflitto russo-ucraino. Le ripercussioni di ordine economico e sociale di questi eventi hanno investito la Siria. Con un iniziale numero di 400 unità, i siriani arruolati dalla Russia in Ucraina risultano essere in poco tempo arrivati a 40 mila. Conseguenza di questo spostamento dell’asse del dispiego di forze militari russe è stata la riduzione dei raid aerei da parte di Mosca sul territorio siriano, scesi di quattro volte rispetto al mese precedente.
Nel mentre, Bashar al-Assad ha portato a termine la visita presso gli Emirati Arabi Uniti, primo viaggio in uno Stato arabo dal 2011 che lentamente ricolloca la presenza della Siria al tavolo del dialogo con i suoi vicini arabi.
La data del 15 marzo di quest’anno ha segnato l’undicesimo anniversario dall’inizio delle proteste in Siria; il bilancio di undici anni di guerra civile è ad oggi di mezzo milione di morti. Sul territorio siriano si sono accese tensioni tra forze governative e soldati americani, di pari passo con le esercitazioni USA-PKK a difesa dei pozzi di petrolio. Si sono inoltre verificati disordini all’interno dei campi di prigionia dello stato islamico: si contano nove uccisi.

Libano
Prova degli effetti della crisi causata dalla guerra in Ucraina, l’insofferenza del sistema economico libanese ha portato la banca nazionale a chiudere numerosi conti di privati esteri e i beni di cinque altre banche sotto inchiesta ad essere congelati. L’UE ha sequestrato beni da diverse migliaia di dollari legati al riciclaggio di denaro su territorio libanese; la Banca Centrale del Libano è indagata per lo stesso capo di accusa. Nello stesso ambito di difficoltà finanziaria, il Ministro dell’energia ha intrapreso un viaggio in Qatar in cerca di sostegno per far fronte al peggioramento della crisi energetica che perdura in Libano. La diminuzione, inoltre, delle riserve di grano e petrolio aggrava una tensione sociale già esistente, che ha spinto i benzinai del Paese ad iniziare uno sciopero.

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Situazione attuale

SIRIA

A metà febbraio i raid russi contro alcune postazioni dello stato islamico, sono ripresi nella zona tra la città di Hama e l’Eufrate. Nello stesso periodo, nei territori a nord-ovest sono ripresi scontri ad arma da fuoco fra insorti e forze governative siriane, in cui hanno perso la vita alcuni civili.
In questo quadro, la Russia ha schierato i bombardieri a lungo raggio e jet da combattimento nella sua base aerea di Hmeimim, nel Nord-Ovest del Paese. I mezzi sono funzionali a esercitazioni navali nella regione del Mediterraneo Orientale.
La solida alleanza siro-russa è stata confermata negli ultimi giorni con il forte sostegno per le operazioni militare russe in Ucraina espresso da Bashar al-Assad.
Secondo l’Osservatorio nazionale per i Diritti Umani, nel mese di febbraio sono morte più di 300 persone, di cui 161 sono civili. Le vittime di questo conflitto decennale non sono dovute solo agli scontri militari, ma anche alla carenza di cibo, alle torture subite nelle prigioni siriane, altre ancora alla situazione sanitaria ed economica in cui versa il Paese.

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