Situazione attuale
Siria
Nel mese di luglio la Siria è stata travolta da una nuova ondata di violenze, con epicentro nella provincia meridionale di Suwayda, abitata in maggioranza dalla comunità drusa. La scintilla di tutto, il 13 luglio, è stata un episodio di reciproci rapimenti tra drusi e tribù beduine, ma in poche ore la tensione si è trasformata in scontri armati con armi pesanti. Le forse del governo transitorio sono intervenute per ristabilire l’ordine, ma la loro presenza ha aggravato la crisi portando a esecuzioni di civili drusi disarmati, costretti a dichiarare la loro religione prima di essere uccisi. Testimoni riferiscono anche di arresti arbitrari e perquisizioni casa per casa da parte delle forze governative. Il 15 del mese è stato raggiunto un fragile cessate il fuoco, presto infranto. Il giorno successivo Israele ha lanciato raid su Damasco, colpendo il Ministero della Difesa e aree vicine al palazzo presidenziale, dichiarando di voler difendere i drusi e inviare un segnale al governo. I giorni seguenti hanno visto la città di Suwayda sottoposta a un blocco totale di cibo, carburante e medicine, mentre ONG e ONU denunciavano gravi crimini di guerra. Il 19 luglio è stato annunciato un nuovo cessate il fuoco, ma anche in questi caso le violenze e le tensioni sono continuate. Parallelamente, il 25 luglio le forze siriane e curde, con il sostegno della coalizione internazionale, hanno condotto un’operazione contro l’ISIS ad Al-Bab, eliminando un leader del gruppo.
Sul fronte diplomatico, il 26 si sono tenuti a Parigi dei colloqui a cui hanno partecipato Siria, Israele e Stati Uniti, senza risultati concreti ma con la proposta di inviare osservatori internazionali. A fine mese, il bilancio era pesante: centinaia di civili uccisi, tra cui donne e bambini, infrastrutture distrutte e una crisi umanitaria che ha riportato il sud della Siria in una condizione di guerra aperta.
Libano
Il 7 luglio, come in molte altre zone del Libano e non solo, si è tenuta a Beirut una manifestazione per la ricorrenza dell’Ashura, festività particolarmente sentita dalla parte Sciita della comunità musulmana. Una parte dei partecipanti ha sfilato con armi al seguito, generando la reazione militare del governo.
In questo quadro, diverse fonti informali hanno confermato che l’esercito libanese sta intensificando le operazioni di verifica documenti e sfratto nei confronti dei siriani irregolari, in particolare degli ultimi arrivati. La maggior parte di questi proviene dalle zone di Latakia e Tartus e non è ancora stata data loro la possibilità di regolarizzare la propria posizione.
L’UNHCR ha avviato il programma di facilitazione per il rimpatrio volontario come annunciato nei mesi scorsi. Ad oggi, secondo i dati pubblici dell’agenzia, quasi 20.000 persone hanno fatto richiesta di adesione dal Libano; la proiezione entro fine anno è di raggiungere, a livello globale, 1.5 mln di rifugiati in Paesi terzi e 2mln di sfollati interni entro fine anno. Per il solo Libano, le spese a bilancio per i rimpatri si prevedono attorno ai 55 mln di US $.
La situazione politica del Paese vede un continuo stallo tra le forze in gioco, le quali puntano su un lento lavoro di logoramento ai danni di Hezbollah, usufruendo del tacito lascia passare governativo. Intanto, Stati Uniti e Unione Europea continuano ad imporre sanzioni individuali e non per atti di collusione con il partito di Dio e la sua ala armata, contribuendo ad aggravare di giorno in giorno la situazione economica del Paese, mentre Israele continua ad effettuare incursioni a sud e raid mirati nella valle della Beqqa.
Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie
Il gruppo sul campo ha trascorso i primi venti giorni di luglio in Siria, in particolare a Quseyr (Homs). Con l’intenzione di conoscere persone nuove, partendo dai vicini di casa e parenti di vecchie conoscenze, si è deciso di prendere un appartamento in affitto nel centro città. La comunità di Quseyr accoglie sunniti, cristiani e alawiti, e l’obiettivo del viaggio è stato proprio quello di provare ad avvicinarsi ad ognuna di esse, per capire meglio i punti di vista di tutte.
Da Quseyr ci si è poi spostati verso Damasco e Homs per andare a trovare famiglie che stavano in Libano, a Tel Abbas piuttosto che a Tripoli o nella vale della Beqqa. Tra le varie tappe c’è stata anche Deir Mar Musa, nel deserto del Qalamon. I monaci di questo convento siro-cattolico da sempre professano l’importanza del dialogo e della riconciliazione, e questi obiettivi comuni trovano grande importanza nel coltivare il rapporto con i volontari e le volontarie.
I disordini a Suwayda hanno avuto ripercussioni anche a Quseyr, nonostante la distanza fisica che separa queste due aree della Siria: uno dei soldati uccisi era infatti originario di questa città e, in quanto considerato martire dalla maggioranza sunnita, è stato dichiarato lutto cittadino.
Anche dopo il rientro in Libano l’attenzione sulla Siria è stata alta, soprattutto considerando che gli eventi di Suwayda hanno portato a effetti negativi anche nella valle della Beqqa, dove le tensioni tra siriani drusi e sunniti sono sfociate in atti di vandalismo e violenza.




