Situazione attuale

Siria

Le conseguenze dell’attentato a Istanbul di domenica 13 novembre che vede al momento colpevole una donna curda di nazionalità siriana, non si sono fatte attendere. Nella notte di sabato 19, la Turchia, sfruttando in maniera strumentale l’avvenimento terrificante, ha lanciato un’offensiva militare aerea denominata Operazione “Spada ad Artiglio” nel nord della Siria che sta bersagliando non solo obiettivi militari ma anche edifici pubblici e civili, ospedali e infrastrutture energetiche.
Questa aggressione avviene con la complicità della Russia che consente all’aviazione Turca e ai suoi droni di entrare nello spazio aereo siriano
(interdetto dal 2019 proprio in seguito all’invasione Turca su larga scala), come continua a fare con i bombardamenti transfrontalieri nel nord dell’Iraq.
La preoccupazione è dovuta al fatto che la gran parte delle vittime risultano essere civili che, non solo vivono
nel conflitto da 11 anni, ma hanno conosciuto anche l’orrore dell’ISIS e ora si ritrovano ancora sotto assedio.
Continuano con molta difficoltà
i ricollocamenti nei Paesi di provenienza delle donne e dei bambini stranieri reclusi nel campo di detenzione di al-Hol, nel deserto di Deir Ezzor, dove sono confinati circa 56.000 sfollati mantenuti in detenzione perché parenti o sospettati di essere sostenitori dei miliziani dell’ISIS. Tra essi ci sono circa 10.000 internati, di cui il 60% bambini, di origine straniera e i cui Paesi di provenienza (60) si sono dimostrati riluttanti nel rimpatriarli per motivi di sicurezza nazionale.
Tuttavia, l’Olanda si è unita alla lista di Paesi (Canada, Germania, Russia, Svezia, USA, Kazakhistan, Kirgyzstan, Finlandia, Danimarka e Uzbekistan) che stanno progressivamente rimpatriando soprattutto donne e bambini, istituendo programmi di assistenza sociale ad hoc, specialmente per il recupero socio-psicologico dei bambini.

Libano

La situazione economica fortemente compromessa del Paese fa registrare ancora l’aumento dell’inflazione del 158% negli ultimi 10 mesi. Questo si è tradotto in beni di prima necessità dai prezzi triplicati dall’inizio della crisi economica del 2019.
Tra le cause principali
vi è lo stallo politico che persiste e si rende manifesto nell’incapacità di trovare un accordo per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il cui ultimo mandato è terminato il 31 ottobre e il conseguente vuoto istituzionale rende impossibili le eventuali e tanto agognate riforme di cui il Libano avrebbe bisogno.
D’altro canto il Governatore della Banca Centrale Libanese ha annunciato l’adozione di un nuovo tasso di cambio ufficiale fissato a 1$=15.000 LL a partire da febbraio 2023 rispetto a
lle 1.500 LL, valore mantenuto fino ad ora senza un’effettiva valenza dato che il tasso di cambio parallelo (al “mercato nero” odierno) che vige nel Paese per i contanti è di 1$=40.000 LL circa.
La situazione sanitaria relativa alla diffusione del colera sta preoccupando ulteriormente la popolazione tra cui si contano 4.600 casi accertati, costringendo all’osp
edalizzazione soprattutto i soggetti più fragili. Durante il mese di novembr,e 440.000 libanesi sono stati vaccinati raggiungendo il computo del 70% della popolazione delle regioni di Akkar, Bekaa e Central Bekaa. Inoltre, sono tante le Ong che si stanno adoperando per somministrare in maniera capillare il vaccino nei campi rifugiati siriani e nelle aree abitate dai profughi fortemente esposti all’infezione per le condizioni igienico sanitarie in cui vivono.

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Situazione attuale

Siria

Nonostante l’aggressione all’Ucraina, la Russia rinnova tramite il ministro degli esteri Lavrov, il suo completo appoggio al regime siriano. Nel mese di ottobre si è tenuto il quinto meeting tra Russia e Siria: sono state discusse diverse questioni tra cui il ritorno dei profughi. Il piano di ritorno libanese coinvolge, ovviamente, anche il regime siriano, al quale spetta l’ultima parola sul ritorno dei profughi che si registrano presso le autorità libanesi per ritornare.
Intanto, nelle zone sotto il controllo della Turchia nel nord di Aleppo, manifestazioni popolari hanno avuto luogo contro la milizia Hay’at Tahrir Al Sham (Al Nusra), che controlla il territorio. I manifestanti, che esprimevano il loro totale rigetto verso questa milizia, hanno subìto violente repressioni.
La situazione sociale ed economica è ancora gravissima nel Paese, ma il regime investe sul turismo attraendo viaggiatori e blogger da vari Paesi, soprattutto europei, che mostrano sui loro canali social le bellezze locali senza preoccuparsi troppo della guerra ancora in corso, del contesto politico, dei milioni di profughi e di sfollati interni e dei prigionieri politici.

Libano

Nel mese di ottobre si è ampiamente diffuso anche in Libano il colera, dopo che l’epidemia aveva colpito la vicina Siria circa sei settimane prima.
Il primo caso è stato documentato il 6 Ottobre, ma la malattia si è rapidamente estesa. Le zone più colpite sono proprio quelle del nord del Paese, in cui c’è un gran numero di profughi siriani e dove vivono anche i volontari di Operazione Colomba. La malattia non veniva rilevata in Libano dal 1993. Le persone sono molto spaventate e in particolare i siriani temono di essere stigmatizzati come i portatori della malattia, che proviene dalla Siria.
In ottobre sono anche iniziati i rimpatri dei profughi verso la Siria, annunciati il 12 ottobre dal Presidente Aoun. La Siria non è ancora un Paese sicuro, la vita di chi torna è fortemente in pericolo e si perdono le notizie di chi attraversa il confine libanese. Delle migliaia di persone previste, solo 511 sono effettivamente tornate, quasi la totalità partendo dalla zona di Arsal. Le pressioni che subiscono i profughi, su tutti i fronti, sono così forti da costringerli a preferire il rimpatrio verso un destino ignoto, alle violazioni quotidiane che subiscono in Libano.
Il 19 ottobre si è ricordato il terzo anniversario della rivoluzione che nel 2019 ha infiammato le piazze di tutto il Libano. La nostalgia di quei giorni è forte nelle persone, almeno quanto la delusione dei successivi tristi sviluppi degli eventi nel Paese. Intanto, pochi giorni dopo, il governo ha compiuto un accordo con il nemico storico Israele per la spartizione delle risorse energetiche sul confine marittimo.

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Situazione attuale

Siria

Il primo di settembre è stato colpito da un raid aereo israeliano un deposito di missili iraniani presenti a sud di Damasco. Nel 2022 si sono registrati 23 attacchi da parte di Israele in Siria.
L’ONU si è dichiarato molto preoccupato per la diffusione, nel bacino del fiume Eufrate, dell’epidemia di colera. A causa della carenza di acqua in Siria le persone bevono acqua non potabile del fiume e ne irrigano i campi, contaminando gli alimenti. Tra il 25/8 e il 10/9 sono stati segnalati 936 casi e 8 decessi.
Per quanto riguarda la politica estera, dopo 10 anni di interruzione dei rapporti, Hamas il 15/9 ha dichiarato di “ripristinare i legami con la Repubblica di Siria”. Questo annuncio tuttavia non è stato confermato o smentito da parte del governo siriano.
Il 22 il ministro degli esteri russo, turco e iraniano si sono incontrati a New York e hanno discusso del piano di spartizione e del controllo territoriale della Siria centrale e settentrionale.
Il 23 a Ginevra si è svolto il dialogo con la Commissione internazionale ed indipendente d’inchiesta sulla Siria che si è detta preoccupata per un’eventuale escalation e ha denunciato le gravi difficoltà nelle quali sono costretti a vivere i siriani; anche il Rappresentate Permanente d’Italia ha condannato le violazioni dei Diritti Umani che continuano ad avvenire in Siria e ha rinnovato il sostegno alla Commissione.
Il 27 ci sono stati 4 attacchi missilistici da parte della Russia nella zona di Idlib. Sono rimasti feriti numerosi bambini e donne.

Libano

Nel mese di settembre si sono registrate numerose aggressioni alle banche libanesi da parte dei correntisti che da tre anni si sono visti congelare i conti correnti. Il Libano infatti si trova dal 2019 in un periodo di grave crisi economica e ha dichiarato default nel marzo 2020.
A seguito di questi episodi le banche hanno deciso di restare chiuse una settimana.
In questo scenario il 12 settembre la Banca Centrale Libanese ha comunicato di aver smesso di erogare dollari statunitensi agli importatori libanesi di benzina.
L’ONU ha recentemente dichiarato che l’80% della popolazione residente in Libano vive nella povertà. Non è una sorpresa dunque che negli ultimi mesi siano aumentate le persone che cercano di raggiungere l’Europa, molte via mare. La maggior parte delle imbarcazioni che partono sono in cattive condizioni e sovraccariche. Frequentemente vengono fermate dall’esercito libanese o sono costrette a chiedere soccorso in mare.
Il 22 settembre il naufragio al largo di Tartus (Siria) di un’imbarcazione partita dal nord del Libano e diretta in Italia, con a bordo circa 150 persone (libanesi, siriani e palestinesi) ha causato la morte di oltre 100 persone.
Il 26 settembre, dopo numerosi rinvii, il parlamento ha approvato la legge di bilancio, uno dei passaggi necessari per ottenere gli aiuti dal Fondo Monetario Internazionale. È stato fissato il tasso di cambio del dollaro a 15000 LL., meno della metà del cambio sul mercato nero.
Per quanto riguarda l’accordo sulla demarcazione del confine marittimo tra Libano ed Israele, il mediatore statunitense A. Hochstein sta proseguendo con le trattative.
La formazione del nuovo governo è ormai imminente e lo schieramento sarà annunciato ufficialmente al più tardi la prima settimana di ottobre.
Amnesty, Human Rights Watch e altre associazioni hanno condannato gli atti di tortura nelle carceri libanesi in seguito alla morte di un rifugiato siriano durante la detenzione e hanno esortato le autorità a trasferire le indagini sulla sua morte da un tribunale militare ad uno civile. Unico a commentare, il Ministro dell'Ambiente Nasser Yassin in un tweet ha condannato l'incidente e ha chiesto ai pubblici ministeri di indagare.

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Situazione attuale

Siria

Il fronte turco non sembra pronto al dialogo e il confine rimane caldo. Il 19 agosto un attacco aereo ha colpito la zona centrale della città di al-Bab nella provincia di Aleppo. I caschi bianchi (organizzazione umanitaria) hanno riportato 14 civili rimasti uccisi e 30 feriti. Nelle ultime settimane di agosto gli attacchi aerei si sono intensificati contro postazioni del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) nel nord della Siria. A seguito di un raid alla sede della Sicurezza militare del governo siriano a Tell Rifaat, tre civili sono rimasti uccisi e 8 feriti. Nel contesto della negoziazione tra Iran e Stati Uniti per il nucleare iraniano, negli ultimi giorni si sono intensificati i botta e risposta militari.
Sul fronte israeliano numerosi missili sono stati diretti verso Damasco e lungo la costa della provincia di Tartous. Ennesimi raid hanno colpito invece una grande struttura militare ad ovest nell'area di Masyaf facendo esplodere un deposito di missili per i combattenti sostenuti dall'Iran. Secondo l'OSDH l'attacco è fra i più intensi degli ultimi anni.
I rapporti continuano invece a consolidarsi con la Russia. Dopo il riconoscimento dello scorso 29 giugno della "indipendenza e sovranità" delle due repubbliche Donetsk e Lugansk coinvolte in prima linea nell'invasione russa dell'Ucraina, il ministro degli esteri siriano, Faysal al Miqdad, in questi giorni in Russia, ha annunciato lo scambio di ambasciatori tra il governo siriano e quelli delle due (autoproclamate) repubbliche del Donbass. Inoltre la Russia sta inviando missili di difesa aerea S-300 dalla Siria per potenziare le difese aeree in vista della guerra con l'Ucraina. Per quanto riguarda invece l'UE, questa ribadisce di non voler portare avanti alcun tipo di normalizzazione con la Siria e di mantenere le sanzioni imposte finché quest'ultima non presenterà un piano politico e di sviluppo credibile. Gli strascichi di tali alleanze e rotture si ripercuotono come sempre sui civili inermi, anche questo mese di agosto il bilancio di civili rimasti uccisi fra i raid sono numerosi. Inoltre, come è tristemente noto, le violenze del regime siriano non risparmiamo neppure i minori. È di pochi giorni fa la notizia di Saleh Ahmad Saleh, ragazzino di 14 anni, arrestato dalla polizia di Aleppo perché accusato di furto e dopo pochi giorni ucciso in prigione. Nonostante gli evidenti segni di tortura sul corpo, la polizia ha archiviato la morte come suicidio. 

Libano

Agosto si è aperto con l’annuncio dell’arrivo di 26.000 tonnellate di mais provenienti da Odessa nel porto di Tripoli. Le autorità libanesi hanno rifiutato l’acquisto a causa del “ritardo della consegna” e il carico è stato rivenduto alla Turchia. Proseguono le trattative per la riserva del gas naturale di Karish. Il premier israeliano ha ricevuto il mediatore statunitense Hochstein. Qualche giorno dopo è arrivato il commento del leader di Hezbollah che ha affermato: “dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza”. Immediata la risposta del Ministro della difesa israeliano Gantz: “un attacco di Hezbollah potrebbe portare a giorni di combattimenti”. Il 4 agosto migliaia di manifestanti hanno ricordato le vittime dell’esplosione avvenuta al porto di Beirut due anni prima. Proprio durante la commemorazione, si è verificato l’ennesimo crollo parziale dei silos. In prossimità di queste strutture, sono lasciate marcire tonnellate di grano avariato che costituiscono la principale causa di combustione. Ad oggi le indagini sulle responsabilità dell’incidente sono ferme. Ong ed ONU, hanno denunciato difetti sistemici nella conduzione delle indagini. In un clima generale di insicurezza sociale ed economica si registrano numerosi casi di violenza domestica. Le associazioni denunciano un livello di violenza domestica “senza precedenti”.
Per quanto riguarda invece il tema dei “rimpatri”, il Presidente Aoun ha incontrato a Baabda gli uscenti Ministri degli Affari Esteri e degli Affari Sociali insieme con il Direttore Generale della Sicurezza per stabilire il piano definitivo che prevederebbe il rimpatrio di 15.000 siriani al mese. Tuttavia l’UNHCR si è rifiutata di collaborare, affermando che non sono garantite le condizioni di sicurezza per chi tornerebbe.

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Situazione attuale

Siria

Negli ultimi mesi la Siria sta soffrendo la difficoltà dei governi occidentali e turco di tenere in piedi il meccanismo delle consegne transfrontaliere di aiuti umanitari. L'accordo, che da otto anni consente all'Onu di inviare aiuti tramite la Turchia, da cui dipendono circa quattro milioni di civili, sembra essere scaduto. La causa è il veto di Mosca che accetterebbe il rinnovo per sei mesi soltanto se l'unico valico interessato fosse quello di Bab al Hawa, tra la Turchia e la regione nord-occidentale di Idlib, fuori dal controllo governativo siriano e sotto influenza turca. Continuano i raid aerei sul territorio siriano.

Nella seconda metà di luglio 7 civili sono rimasti uccisi a causa di un attacco russo nel nord della Siria, nel villaggio di Al-Jadidah.

Ancora una serie di raid aerei e di artiglieria turchi sono stati compiuti fra il 28 e il 29 luglio nel nord della Siria contro postazioni di miliziani curdi e arabi della coalizione a guida del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), sostenuto dagli Stati Uniti. Gli attacchi sono avvenuti lungo la fascia di territorio frontaliero a est dell'Eufrate, in un'area dove sono presenti anche militari russi, statunitensi e soldati governativi siriani.

Spostandoci verso sud la tensione resta alta, il 22 luglio un raid aereo attribuito a Israele ha ucciso, nei pressi della capitale siriana Damasco, 8 persone fra membri di Hezbollah, ufficiali dei Pasdaran iraniani e militari governativi siriani.

Fra il 28 e il 29 luglio, secondo attivisti e media siriani, almeno 17 persone sono state uccise e decine ferite nella provincia meridionale siriana di Sweida in due villaggi della provincia a maggioranza drusa, durante alcuni scontri tra residenti armati e bande allineate con le agenzie di sicurezza del governo.

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