Situazione attuale

Settembre è il dodicesimo mese di guerra a Gaza: le vittime sono oltre 42.000, di cui il 69% donne e bambini. Si stima che ci siano almeno 10.000 vittime sotto le macerie dei bombardamenti.

Contemporaneamente in Cisgiordania sono stati uccisi più di 700 palestinesi da esercito israeliano e coloni, di cui 44 solo questo mese, e la tensione non accenna a scendere.

A proposito di libertà di stampa, dopo aver già bandito Al Jazeera in Israele, il 22 settembre l’esercito israeliano ha fatto irruzione nella sede di Ramallah dell’emittente, chiudendo l’ufficio per 45 giorni e confiscando tutto il materiale audio e video al suo interno.

Persiste il fenomeno della targetizzazione degli attivisti internazionali da parte di esercito, coloni e autorità israeliani. Il fatto più grave risale al 6 settembre, quando Aysenur Ezgi Eygi, un’attivista turco-statunitense dell’International Solidarity Movement, che manifestava pacificamente nel villaggio di Beita (Nablus) è stata uccisa da un cecchino dell’esercito israeliano che le ha sparato alla testa. A fine mese due volontari tedeschi sono stati arrestati nella Masafer Yatta con l’accusa di interruzione di pubblico servizio, comunicazione di messaggi terroristici e partecipazione a un’associazione illegale a fini criminali; successivamente sono stati detenuti in carcere a Gerusalemme per 5 giorni e poi espulsi in Giordania, dopo che il Ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir – un colono che ha incoraggiato i coloni estremisti a usare le armi contro i palestinesi e a perseguitare gli attivisti internazionali – li ha ritratti in un post sui suoi social network, promettendo la creazione di una task force destinata alla persecuzione degli attivisti internazionali.

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Situazione attuale

Ad agosto, nell’incertezza della prosecuzione dei tavoli di trattative per un cessate il fuoco, è proseguito l’assedio al popolo palestinese a Gaza.
Contemporaneamente in Cisgiordania è cresciuta la tensione e negli ultimi giorni del mese l’esercito israeliano ha lanciato un’offensiva contro città e campi profughi con il dichiarato obiettivo di sradicare qualsiasi forma di resistenza violenta. Quest’operazione (ancora in corso) ha mietuto decine di vittime in pochissimi giorni e le forze di occupazione hanno anche sistematicamente distrutto le infrastrutture pubbliche di tutti i luoghi dove sono passate (strade in primis).
La tensione è aumentata anche al confine con il Libano, con scambi di attacchi tra Hezbollah e l’IDF.
È peggiorata anche la situazione delle condizioni dei detenuti palestinesi. Più di novemila persone sono trattenute in condizioni disumane, molte sottoposte a costanti abusi fisici, psicologici e sessuali da parte dei loro carcerieri, abusi che spesso risultano in danni permanenti di ogni tipo. Si moltiplicano video e testimonianze di persone rilasciate che raccontano di come la vita carceraria sia peggiorata ancora rispetto alla già difficile situazione precedente. Molti di loro, oltre ad aver subito violenze di qualsiasi natura, sono anche stati lasciati frequentemente senza cibo e hanno perso molto peso durante il periodo di detenzione. Chi di loro ha bisogno di costanti cure mediche per motivi personali viene lasciato senza alcuna assistenza.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Il mese di agosto ha visto una presenza continuativa di volontari e volontarie sul territorio di Masafer Yatta a copertura del villaggio di At-Tuwani e dell’area circostante. La situazione quotidiana è stata di costante tensione con attacchi dei coloni frequenti, furti di animali, minacce e soprusi da parte delle forze di occupazione.
Ad At-Tuwani la resistenza quotidiana si è realizzata con un presidio permanente della terra di una famiglia, che si trova ai piedi della colonia di Ma’on, che non può essere lavorata a causa di ordini dell’esercito e di minacce dei coloni. È fondamentale dimostrare infatti che non è una terra abbandonata pronta ad essere annessa alla colonia. Nonostante la presenza costante, quattro dei sei asini legati in giardino sono stati rubati e 28 alberi sono stati tagliati e danneggiati in un momento in cui le piante, private di acqua dai divieti di lavoro e provate dal clima caldo, erano già in grande difficoltà.

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Situazione attuale

La situazione generale in tutti i Territori occupati e a Gaza peggiora giorno dopo giorno: costanti bombardamenti su tutta la Striscia mietono vittime civili e prendono di mira centri di informazione e giornalisti. Le condizioni igienico sanitarie sono ormai disperate e chi non muore di bombe o di fame, lentamente si spegne.
La tensione cresce anche in Israele e in Cisgiordania. Si sono verificati attacchi, raid - dentro e fuori alle città ed ai campi profughi - e una serie di episodi che pericolosamente tendono all’allargamento del conflitto a tutta l’area mediorientale. Il 19 luglio un drone rivendicato dagli Houti ha colpito il centro di Tel Aviv, provocando un morto e decine di feriti. Il giorno successivo un bombardamento israeliano si è abbattuto su alcune postazioni portuali Houti in Yemen. Il 27 luglio invece alcuni missili hanno colpito il villaggio druso di Majdal Shams nelle alture del Golan, provocando la morte di 12 ragazzini. Le autorità israeliane hanno immediatamente accusato Hezbollah, ma la stessa organizzazione ha negato di essere coinvolta.
Il 30 luglio, colpendo Beirut con un bombardamento mirato, le forze israeliane hanno ucciso Fuad Shukr, uno dei leader di Hezbollah, mentre il 31 luglio, con un attacco ad hoc a Teheran, hanno ucciso Isma’il Haniyeh, capo politico di Hamas, figura di spicco dell’organizzazione ed incaricato negli ultimi mesi di sedersi ai tavoli delle trattative per un cessate il fuoco. Questa uccisione allontana ulteriormente la possibilità di dialogo tra le parti.
Nell’ambito della guerra a Gaza, particolarmente grave è stato l’episodio delle accuse di tortura e violenza sessuale di alcuni soldati israeliani della prigione militare di Sde Teiman nei confronti di alcuni prigionieri palestinesi. Le gravi conseguenze di queste violenze hanno portato alla denuncia dell’accaduto e all’arresto dei soldati coinvolti, trasportati in un centro di detenzione in attesa di giudizio. Mentre il centro di detenzione veniva assaltato da una folla intenzionata a liberarli, convinta che tali reati non fossero nulla di grave, alla Knesset la discussione tra parlamentari israeliani verteva sull’ammissibilità o meno dello stupro sui prigionieri.

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Situazione attuale

Il 6 giugno a Gaza una scuola del campo profughi di Nuseirat è stata bombardata uccidendo 40 profughi.
Il 10 giugno a Tubas un quindicenne è stato ucciso da soldati israeliani, mentre a Dhanana (a est di Tulkarm) un ventunenne è rimasto vittima di fuoco israeliano.
L’11 a Jenin si sono celebrati i funerali di 6 palestinesi uccisi dall’esercito israeliano e nei giorni seguenti sono continuati i raid dentro la città da parte di bulldozer e blindati israeliani.
A Gaza i casi di malnutrizione infantile, specialmente nel nord della Striscia, sono all’ordine del giorno.
Il 22 l’esercito israeliano a Jabriyat ha aggredito un palestinese e lo ha legato sopra al cofano del blindato, per usarlo come scudo umano. La scena è stata ripresa dai media di tutto il mondo.
Il 23 al villaggio Al-Diyuk, vicino a Gerico, sono state demolite numerose case, mentre il giorno dopo nella città di Salwad è stata portata avanti una campagna di arresti, di uomini, anziani e ragazzini.
Su Gaza si sono abbattuti bombardamenti incessanti fino a fine mese.
Nel mondo i movimenti di solidarietà con i palestinesi continuano a manifestare, occupare le Università e i centri amministrativi, subendo sempre durissime repressioni.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

A inizio mese i volontari e le volontarie sono stati impegnati con accompagnamenti quotidiani ai pastori palestinesi che subiscono molestie, per esempio con droni usati per spaventare le greggi, o violenze di coloni israeliani che detengono e aggrediscono i pastori.
Il 3 giugno al villaggio di Khirbet Hala’we (all’interno della c.d. Firing Zone 918) i militari israeliani hanno sparato contro un gregge, distrutto i vetri di una macchina e attaccato una donna di 70 anni, buttandola per terra, ferendola e distruggendole il telefono; prima di allontanarsi, i soldati israeliani hanno minacciato di morte tutte le persone presenti.

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Situazione attuale

A Gaza il 6 maggio l’esercito israeliano ha ordinato alla popolazione palestinese di abbandonare la parte est di Rafah e pochi giorni dopo ha dato il via agli attacchi via terra, mentre i negoziati per una tregua non sono arrivati per ora ad alcun punto di svolta. Dal 17 maggio nuovi aiuti umanitari internazionali sono arrivati nella Striscia, purtroppo ostacolati da Israele e da gruppi di coloni estremisti.
Il 20 maggio la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto internazionale per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Gallant e per tre leader di Hamas: Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh. Il 22 maggio Spagna, Irlanda e Norvegia hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina, preannunciandone la proclamazione ufficiale il 28 maggio. Il 24 maggio la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di mettere fine all’offensiva a Rafah.
Il 25 maggio un raid israeliano ha colpito e devastato un campo profughi a Rafah, causando la morte di almeno 40 civili tra donne e bambini. Con l’intensificarsi dei bombardamenti, il 28 maggio i primi carri armati hanno raggiunto il centro di Rafah. Il 30 maggio Israele ha assunto il controllo di una zona cuscinetto tra Gaza e l’Egitto.
Il 31 maggio Hamas ha dichiarato interesse per la proposta del Presidente USA Biden per una tregua alla guerra, mentre Netanyahu ha replicato di non avere intenzione di fermarsi fino all’eliminazione completa di Hamas.
Nel resto del mondo, tra cui in molte università italiane, sono continuate le manifestazioni per un cessate il fuoco e a sostegno della popolazione palestinese, così come la repressione dei Governi nazionali, tranne poche eccezioni.
In Cisgiordania, a maggio, almeno 5 persone sono state uccise durante un raid nel campo di Sur Shams vicino a Tulkarem; il 21 maggio un raid aereo a Jenin ha causato 7 morti.

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