Situazione attuale
La notizia della caduta del regime di Assad in Siria ha colpito anche le persone in movimento siriane in Grecia, che temono di essere rimpatriate in seguito alla dichiarazione del Governo greco che assieme a altri Governi europei hanno sospeso l’esame della loro domanda d’asilo dopo sole 24 ore dalla fuga di Assad. Amnesty International ha denunciato la discriminazione intrinseca in questa politica temporanea: «La situazione in Siria è estremamente instabile. Cinque decenni di brutalità e repressione non possono essere superati dall’oggi al domani. I Paesi europei devono immediatamente revocare le decisioni di sospendere le domande di asilo dei siriani e respingere ogni proposta di rimpatrio o restrizione al ricongiungimento familiare».
L’ONG Aegean Boat Report ha registrato nel mese di dicembre 17 respingimenti illegali da parte della guardia costiera greca. Una buona parte di questi pushback sono stati realizzati lasciando le persone alla deriva su zattere di salvataggio. Proprio il 31 dicembre, appena prima della mezzanotte, l’equipaggio della guardia costiera greca ha bloccato a largo di Samos un’imbarcazione con a bordo una quarantina di persone di cui 23 bambini.
Anche il mese di dicembre è stato caratterizzato da diversi naufragi in tutto il Mediterraneo.
Le condizioni di vita delle persone che abitano nei campi profughi sulle isole e sulla terraferma sono ulteriormente peggiorate nel corso di questo mese.
L’arrivo della neve e di piogge frequenti porta a vivere situazioni di freddo e umidità costanti, unite al fatto che spesso entra acqua nei caravan e nelle tende. Molti abitanti lamentano che i sistemi di riscaldamento nei caravan non funzionano e in alcuni campi mancano perfino le coperte per i nuovi arrivati.
Anche la situazione sanitaria, aggravata dalle basse temperature, è stata allarmante nel mese di dicembre. La scarsa presenza di medici generali, la mancanza di medici specializzati e l’assenza di ONG di supporto sanitario durante le vacanze invernali hanno gettato le persone in una sensazione di solitudine e di abbandono.
Altri gravi problemi riguardano la presenza di topi e scarafaggi nei caravan e la qualità del cibo che viene distribuito all’interno dei campi. Molte persone riportano che gli alimenti hanno un pessimo odore e sembrano andati a male e talvolta sono infestati da vermi.
I tempi di attesa per l’elaborazione delle domande d’asilo continuano ad essere particolarmente lunghi, ad alcune persone viene dato appuntamento per l’udienza anche a distanza di dieci mesi.
Gli abitanti dei campi denunciano anche una scarsa collaborazione da parte degli uffici amministrativi all’interno delle strutture aperti, peraltro, solo poche ore al giorno. Alcuni richiedenti asilo hanno riportato anche episodi di razzismo da parte degli operatori dei campi, raccontando di essere trattati o come bambini o come animali.