Luglio 2024

Situazione attuale

Durante le ultime settimane è diminuito sensibilmente il numero di residenti all’interno del campo di Ritsona in quanto la stagione estiva offre diverse opportunità lavorative in agricoltura e nel turismo. Molte persone inoltre hanno lasciato il campo per viaggiare lungo la rotta balcanica, sperando di raggiungere altri Paesi dove poter ricevere una forma di protezione.
A luglio, infatti, in Grecia sono aumentati i casi di persone che hanno ricevuto il rigetto alla domanda d’asilo. Nelle ultime settimane si è osservato che le interviste vengono svolte direttamente presso i campi e non più presso gli uffici del Ministero della migrazione e asilo, e in modalità remota, come nei campi nel nord.
In generale, con l’aumento delle temperature le condizioni di vita all’interno dei campi in Grecia diventano sempre più difficili, in particolare sulle isole.
Rispetto agli arrivi via mare, particolarmente grave risulta la situazione sull’isola di Rodi: molte associazioni hanno ricevuto segnalazioni da persone che sono arrivate tramite sbarco sull’isola e che al loro arrivo non hanno ricevuto alcun tipo di aiuto da parte delle autorità competenti. Sono centinaia le persone, compresi anziani e bambini, che dormono per le strade di Rodi senza alcun tipo di supporto.
Ad Atene, in generale, è molto grave la marginalizzazione e la difficoltà di accesso ai servizi sociali per le persone straniere. L’assenza di mediatori culturali e linguistici all’interno di uffici pubblici volti alla tutela dei cittadini (ospedali, centri antiviolenza, servizi sociali) preclude l’accesso a servizi di protezione ed aiuto aumentando la vulnerabilità e l’esposizione a forme di violenza di genere ed abusi, in particolare per donne sole e bambini.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

I volontari e le volontarie hanno svolto, durante il mese di luglio, un viaggio di monitoraggio a Lesbo. A seguito di un confronto con gli attivisti presenti sull’isola, è emerso che nel campo di Mavrovouni, a Mytilene, le persone che ricevono lo status di rifugiato non hanno più diritto a ricevere cibo ed acqua, all’interno del campo, a partire dal giorno successivo del riconoscimento della protezione internazionale.


Oltre ad approfondire la situazione a Lesbo, hanno collaborato con altre organizzazione sul territorio per la pubblicazione di una dichiarazione riguardo la mancanza di trasporti per/da il campo di Ritsona e le conseguenti violazioni dei Diritti dei residenti.
Durante il mese i volontari e le volontarie hanno inoltre supportato Y., una donna siriana con tre figli di tre, cinque e sei anni, a ricevere supporto da parte dello Stato greco contro gli abusi e le violenze subite dal marito.
Y. ha conosciuto i volontari ad Atene dopo la sua fuga da Patrasso, dove abitava con il marito e i figli. Ha chiesto aiuto ad Operazione Colomba quando il marito ha scoperto la sua nuova abitazione, una casa fornita da un’altra organizzazione. I volontari sono stati vicini a Y., non lasciandola mai sola e supportandola nella denuncia dell’accaduto alle forze dell’ordine e richiedendo la collocazione in una casa protetta per vittime di violenza.
Y. è riuscita ad ottenere in una settimana un posto sicuro per lei e i suoi figli, ma senza il supporto dei volontari non sarebbe riuscita a comprendere una procedura lunga e complessa che appare praticamente inaccessibile a donne che non conoscono l’inglese o il greco. Negli uffici di polizia dedicati alle vittime di violenza non ci sono servizi di mediazione, i funzionari sono tutti uomini ed è stata osservata una scarsa capacità di ascolto attivo ed empatico della donna denunciante. Nell’ufficio non sono presenti posti sicuri per bambini e nelle ore notturne questi spazi possono diventare pericolosi, esponendo le vittime ad altri traumi o possibili molestie. Nei centri antiviolenza i servizi di mediazione linguistica sono su prenotazione e a causa di ciò i colloqui possono svolgersi anche molti giorni dopo l’abuso. Ciò comporta una evidente esclusione di molte donne in movimento ai servizi di tutela presenti sul territorio ed una loro esposizione a fenomeni di tratta, sfruttamento ed abusi, privandole del Diritto alla vita e all’autodeterminazione.