Situazione attuale
Nel mese di settembre, ad Atene, la condizione delle persone in movimento è stata segnata da episodi di violenza e abuso di potere da parte delle forze dell'ordine, suscitando forti proteste.
Il caso di Muhammad Kamran Ashiq, immigrato pakistano di 37 anni, trovato morto nella stazione di polizia di Agios Panteleimon, ha sollevato un’ondata di indignazione. Il Ministro della Polizia, Michalis Chrysohoidis, ha dichiarato che l'indagine sarà supervisionata dall’Ufficio del Difensore Civico greco "affinché non restino ombre sul caso".
Tuttavia, accade spesso che le indagini disciplinari contro la polizia non portino a conseguenze concrete. La stazione di Agios Panteleimon è già stata al centro di polemiche in passato per i legami con il partito neonazista Alba Dorata, responsabile di attacchi contro migranti nella zona. La famiglia di Ashiq e il gruppo attivista KEERFA denunciano che l'uomo sia stato vittima di torture in cinque diverse stazioni di polizia, con evidenti segni di abusi sul corpo.
A peggiorare ulteriormente il clima, pochi giorni dopo è stato ritrovato, impiccato nella stazione di polizia di Omonia, Mia Harizul, un immigrato del Bangladesh.
Anche questo tragico episodio ha sollevato forti preoccupazioni sull'abuso di potere e la mancanza di tutele per le persone in movimento ad Atene, evidenziando come la violenza e la repressione stiano diventando misure sistematiche.
Oltre ai gravi episodi di violenza sulla terraferma, persistono i respingimenti in mare, che sottolineano i pericoli costanti affrontati dalle persone in movimento nel tentativo di raggiungere l'Europa. Il 30 settembre, al largo dell'isola greca di Samos, un'imbarcazione con almeno 30 migranti è affondata vicino alle coste rocciose di Agios Isidoros.
Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie
Nel mese di Settembre i volontari hanno proseguito con le attività di supporto alle persone che vivono all'interno dei campi di Ritsona e Malakasa.
Ad Atene, i volontari hanno incontrato le persone e condiviso tanti momenti di vicinanza e di condivisione ma anche momenti informali e di leggerezza, come pranzi e cene. Inoltre, hanno fornito supporto per la ricerca di un lavoro o una scuola per poter proseguire gli studi.
Sono stati fatti vari accompagnamenti in ospedale, dove la presenza dei volontari è risultata fondamentale per fare da ponte linguistico tra i dottori e le persone che necessitano di cure, oltre a dare supporto emotivo. In altri casi ancora, si sono svolti incontri con avvocati e assistenti sociali per chi sta portando avanti la propria procedura d’asilo.
Ma il sostegno di Operazione Colomba e Apg23 non basta, perché il sistema dei campi tende ad "ingrigire" l'animo umano di chi vive all'interno.
Lentamente, mese dopo mese e anno dopo anno, quotidianità e abitudine imprigionano le persone, lasciandole bloccate in uno stato di incertezza e solitudine. Una condizione di apparente confort, che rende difficile persino immaginare di uscirne, se non per riuscire a fuggire definitivamente in un luogo accogliente.
In questo mese i volontari hanno infine portato avanti le attività di monitoraggio con gli ultimi due viaggi esplorativi a Ioannina e Lesbo. In entrambi i casi sono stati raccolti dati e aggiornamenti in preparazione del Report finale sulle condizioni di vita all'interno dei campi.