Dicembre 2024

Situazione attuale

La notizia della caduta del regime di Assad in Siria ha colpito anche le persone in movimento siriane in Grecia, che temono di essere rimpatriate in seguito alla dichiarazione del Governo greco che assieme a altri Governi europei hanno sospeso l’esame della loro domanda d’asilo dopo sole 24 ore dalla fuga di Assad. Amnesty International ha denunciato la discriminazione intrinseca in questa politica temporanea: «La situazione in Siria è estremamente instabile. Cinque decenni di brutalità e repressione non possono essere superati dall’oggi al domani. I Paesi europei devono immediatamente revocare le decisioni di sospendere le domande di asilo dei siriani e respingere ogni proposta di rimpatrio o restrizione al ricongiungimento familiare».

L’ONG Aegean Boat Report ha registrato nel mese di dicembre 17 respingimenti illegali da parte della guardia costiera greca. Una buona parte di questi pushback sono stati realizzati lasciando le persone alla deriva su zattere di salvataggio. Proprio il 31 dicembre, appena prima della mezzanotte, l’equipaggio della guardia costiera greca ha bloccato a largo di Samos un’imbarcazione con a bordo una quarantina di persone di cui 23 bambini.

Anche il mese di dicembre è stato caratterizzato da diversi naufragi in tutto il Mediterraneo.

Le condizioni di vita delle persone che abitano nei campi profughi sulle isole e sulla terraferma sono ulteriormente peggiorate nel corso di questo mese.

L’arrivo della neve e di piogge frequenti porta a vivere situazioni di freddo e umidità costanti, unite al fatto che spesso entra acqua nei caravan e nelle tende. Molti abitanti lamentano che i sistemi di riscaldamento nei caravan non funzionano e in alcuni campi mancano perfino le coperte per i nuovi arrivati.

Anche la situazione sanitaria, aggravata dalle basse temperature, è stata allarmante nel mese di dicembre. La scarsa presenza di medici generali, la mancanza di medici specializzati e l’assenza di ONG di supporto sanitario durante le vacanze invernali hanno gettato le persone in una sensazione di solitudine e di abbandono.

Altri gravi problemi riguardano la presenza di topi e scarafaggi nei caravan e la qualità del cibo che viene distribuito all’interno dei campi. Molte persone riportano che gli alimenti hanno un pessimo odore e sembrano andati a male e talvolta sono infestati da vermi.

I tempi di attesa per l’elaborazione delle domande d’asilo continuano ad essere particolarmente lunghi, ad alcune persone viene dato appuntamento per l’udienza anche a distanza di dieci mesi.

Gli abitanti dei campi denunciano anche una scarsa collaborazione da parte degli uffici amministrativi all’interno delle strutture aperti, peraltro, solo poche ore al giorno. Alcuni richiedenti asilo hanno riportato anche episodi di razzismo da parte degli operatori dei campi, raccontando di essere trattati o come bambini o come animali.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

A inizio dicembre le volontarie di Operazione Colomba hanno salutato Mina che è rientrata in Italia e hanno accolto Anna.

Le volontarie hanno avuto l’opportunità di partecipare all’assemblea organizzata dal collettivo greco “Solidarity with Migrants”. L’incontro è stato caratterizzato da interventi e testimonianze dirette di persone che vivono nei campi profughi di Malakasa e di Ritsona, mettendo in luce le gravi difficoltà affrontate quotidianamente. Durante l’assemblea è stato affrontato, oltre alla situazione degradante all’interno dei campi profughi, anche il tema dei centri di rimpatrio presenti sul territorio greco (PRDC). È stata denunciata la scarsa conoscenza pubblica di quanto accade all’interno di questi centri, aggravata dalla gestione governativa caratterizzata da una totale mancanza di trasparenza. I dati relativi ai PRDC sono spesso inaccessibili o incompleti, e l’accesso fisico da parte di ricercatori e di ONG è frequentemente negato o fortemente limitato.

Durante il mese di dicembre vi è stata l’occasione di parlare con l’operatrice legale di un’Associazione che opera a Mitilene, sull’isola di Lesbo. L’avvocata ha riportato la pessima situazione presente nel campo profughi di Kara Tepe tra numerosi sbarchi, mancanza di coperte sufficienti e interviste posticipate di mesi a causa dell’assenza di interpreti.

Nel mese di dicembre le volontarie hanno effettuato qualche accompagnamento in ospedale e nella clinica di Medici Senza Frontiere. Durante il periodo di vacanze natalizie le varie Associazioni presenti al campo di Ritsona hanno sospeso le loro attività e questo ha comportato un alto numero di richieste da parte delle persone che vivono nel campo, come ad esempio, la domanda di pannolini, vestiti e medicinali.

In questo mese ci sono state anche due belle notizie: un amico pakistano, arrivato in Grecia poco più di un anno fa, ha ricevuto l’approvazione alla sua richiesta d’asilo e un amico congolese è arrivato in Francia. Queste notizie ci ricordano ancora una volta che la libertà di movimento non è scontata. Le persone aspettano per mesi o per anni i documenti per poter avere il diritto di raggiungere il Paese che sognano.

Dicembre è anche un mese di festeggiamenti. Il giorno di Natale e il primo giorno dell’anno le volontarie hanno festeggiato insieme alla casa-famiglia dell’Associazione Papa Giovanni XXIII ad Atene.

È bello vivere momenti di gioia e di festa condividendo la tavola con persone di tante culture diverse.