Novembre 2024

Situazione attuale

Stando ai dati del Ministero della Migrazione e dell’Asilo greco, quest’anno il Paese ha registrato un aumento del 30% dei flussi migratori verso le isole dell’Egeo. Anche novembre si è caratterizzato per un aumento degli sbarchi, principalmente sulle isole di Lesbo, Samos, Chio, Kos e Lero. Secondo quanto riportato dalla ONG Aegean Boat, nel corso di questo mese sono partite dalla costa turca 441 barche con oltre 13.000 persone a bordo. Meno della metà di queste sono arrivate sulle coste greche e sono state registrate ufficialmente. Le imbarcazioni che non giungono alle isole vengono quasi sempre bloccate dalla guardia costiera turca nonché, nel quinto dei casi, dalla guardia costiera greca. Nel solo mese di novembre, nel mar Egeo, la ONG Aegean Boat ha registrato 41 casi di respingimento da parte della guardia di costiera greca, che hanno riguardato più di 1.300 bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa. Secondo il Diritto Internazionale, i pushback avvengono con un fermo in mare da parte delle forze di polizia, che lasciano poi alla deriva le imbarcazioni senza prestare loro il soccorso di cui avrebbero diritto.

Anche il Consiglio greco per i rifugiati (CGR) denuncia l’illegalità della pratica dei respingimenti attraverso il report “Ai confini dell’Europa: respingimenti in un clima di impunità” pubblicato nel mese di novembre.

Il 25 novembre, al largo delle coste dell’isola di Samos, è avvenuto un naufragio che ha causato la morte di 8 persone, di cui 6 bambini e 2 donne. Si stima che a bordo ci fossero un totale di 50 persone.

Continuano, come negli scorsi mesi, i trasferimenti delle persone richiedenti asilo dalle isole alla Grecia continentale. Il numero di questi si aggira attorno alle 4.000 persone al mese. Il 2024 si sta caratterizzando per una diminuzione della popolazione migrante sulle isole proprio per via di questi spostamenti.

Una notizia riguardante i traduttori per le interviste per la richiesta d’asilo preoccupa le ONG presenti sul territorio. L’ufficio per l’asilo, infatti, sta domandando alle persone richiedenti di procurarsi esse stesse degli interpreti da portare all’intervista dal momento che non fornisce più questo servizio. Infatti, a maggio, Metadrasi, l’organizzazione che in precedenza forniva il servizio di traduzione durante le udienze per l’asilo, ha sospeso le proprie attività a causa di ritardi gravi nei pagamenti da parte del Ministero dell’Immigrazione e dell’Asilo greco. Nel corso dell’estate l’EUAA (Agenzia dell’UE per l’Asilo) ha messo a disposizione della Grecia un certo numero di interpreti, ma, a partire da settembre, l’Agenzia ha ridotto significativamente i fondi. La carenza generale di interpreti ha portato ad un allungamento ulteriore dei tempi di attesa per le interviste nonché a soluzioni di emergenza che violano i Diritti dei richiedenti asilo. Le persone che possono fare da traduttori non hanno bisogno di un certificato linguistico che provi la loro conoscenza della lingua, ma necessitano soltanto di una “dichiarazione solenne” rilasciata dal KEP (Centro Servizi per i Cittadini) che specifica l’assenza di responsabilità dell’ufficio per l’asilo nel caso in cui l’intervista venga tradotta non correttamente. Il servizio per l’asilo permette anche l’utilizzo di Google traduttore nel caso in cui manchi un interprete, rendendo così molto elevata la possibilità di incomprensioni ed errori.

Dovrebbe essere stato avviato il rinnovo del contratto fra Ministero e Metadrasi, che dovrebbe ripristinare il servizio di traduzioni fornito dalla ONG a partire da dicembre, ma per il momento le informazioni a riguardo sono poche.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

A metà mese, dopo 10 giorni di chiusura a seguito della fine del servizio dei/delle volontari/e del progetto Corpi Civili di Pace, la presenza è ripartita con un nuovo gruppo formato da quattro volontarie. I giorni a seguire sono stati ricchi di momenti di conoscenza e convivialità con le persone incontrate.

Le volontarie hanno potuto conoscere una nuova persona che è arrivata ad Atene dall’isola di Lesbo e che si è vista accettare la richiesta di asilo in breve tempo. Questa bella notizia ha restituito, in parte, speranza per il futuro, nonostante di solito il sistema remi contro i Diritti delle persone in movimento.

Durante il mese di novembre c’è anche stata l’occasione di conoscere un pediatra dell’Associazione SAMS (Syrian American Medical Society) che opera all’interno dei vari campi ad Atene, come quelli di Ritsona e Malakasa. Il dottore ha riportato la situazione degradante purtroppo presente all’interno dei campi profughi, come l’assenza di personale sanitario e di forniture mediche. Ad esempio, il personale medico la cui presenza è garantita nel campo di Ritsona, abitato da oltre 2.500 persone, è costituito da un unico medico generale, mentre la presenza di medici specializzati, quali pediatri e ginecologi, dipende da membri di ONG che si recano in qualità di volontari. Persino questi ultimi, nonostante il lavoro che svolgono, sono sottoposti a doppi controlli di sicurezza quando entrano nel campo, come se si trattasse di istituti di detenzione. Le volontarie apprendono anche di situazioni di lunga attesa per l’arrivo di ambulanze nei campi. Persino dal campo di Schisto, che si trova vicino a un ospedale, una persona conosciuta ha atteso circa tre ore prima che il personale del campo chiamasse l’ambulanza come aveva richiesto. La scarsa qualità di assistenza medica all’interno dei campi si aggiunge a situazioni di difficoltà costanti per le persone che li abitano. Alle volontarie è stato riferito che in alcune roulotte non funziona il sistema di riscaldamento nonostante il calo delle temperature.

A fine mese due volontarie hanno compiuto un viaggio di monitoraggio sull’isola di Lesbo dove hanno potuto visitare il cimitero dei profughi e l’ex campo di Moria: i “luoghi della memoria” connessi alle persone che si incontrano nel progetto. C’è stata la possibilità di recarsi da Siniparxi, Associazione che offre supporto materiale alle persone in movimento, e di aiutare con la distribuzione della colazione. Vi è stato così il modo di conoscere nuove persone arrivate da poco sull’isola e di parlare con i volontari, i quali anch’essi riferiscono dei numerosi arrivi a Lesbo.

Inoltre, le volontarie si sono recate al nuovo campo in costruzione: l’isolamento, la strada sterrata per raggiungerlo, la mancanza di connessione internet in quell’area, sono estremamente preoccupanti per il futuro delle oltre 5.000 persone che il campo potrà contenere.