Ottobre 2024

Situazione attuale

Ad ottobre ha fatto molto discutere il primo trasferimento di persone giunte in Italia al CPR in Albania. Per le 12 persone arrivate al centro di Gjader, però, il tribunale di Roma non ha convalidato i decreti di trattenimento, ritenendo Egitto e Bangladesh, Paesi d’origine delle persone trasferite, non sicuri e disponendo l’immediato rientro in Italia.

Anche i volontari e le volontarie hanno seguito la vicenda, nell’ottica di tenere monitorati tutti i Paesi percorsi dalla rotta balcanica e in generale le questioni che riguardano le persone in movimento verso l’Unione Europea e nei paesi dell’Unione Europea.

La vicenda ha fatto emergere tutti i problemi che numerose Associazioni italiane e internazionali avevano già espresso, sia di carattere legale che, soprattutto, di violazione dei Diritti Umani. La detenzione nei CPR in Albania, con l’obiettivo di rimpatriare le persone che non dovessero avere Diritto alla protezione, violerebbe il divieto di respingimento previsto dalla Convezione di Ginevra (nel caso venissero rimpatriate).

Per quanto riguarda il territorio greco, il Ministro per la Migrazione e l’Asilo ha dichiarato che gli sbarchi sulle isole sono notevolmente aumentati.

In particolare sono giunti diversi pescherecci dalla Libia sulle coste di Rodi e Creta, isole sulle quali non ci sono campi come sulle altre isole e dalle quali, quindi, le persone in movimento devono essere immediatamente trasferite in centri della Grecia continentale.

Anche l’ONG Aegean Boat Report conferma che gli arrivi sulle coste greche ad ottobre sono aumentati del 26% rispetto allo stesso mese del 2023: 6.594 sono le persone in movimento che hanno raggiunto la Grecia via mare questo mese.

 

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Ad ottobre abbiamo continuato ad accompagnare una famiglia irachena il cui figlio, di nemmeno un anno, presenta gravissimi problemi di salute. Il supporto alla famiglia è fondamentale per aiutare nel comprendere meglio le diagnosi e i responsi dei medici, che spesso non hanno una lingua in comune con le persone in movimento e quindi non riescono a rendere chiara la situazione. Oltre a questo, la famiglia non si sente sola nell’affrontare questo grande dolore, ed esprime profonda gratitudine per la vicinanza e il supporto.

L’arrivo di Mina, volontaria di lunga data che torna occasionalmente in progetto, è stato l’occasione per rivedere le persone che accompagniamo da tanto tempo e per ritrovare quei legami profondi che nemmeno la distanza può rompere.

Momenti di confronto profondo sulle fatiche, sulla nostalgia di casa e sulla difficoltà di essere stranieri in un Paese poco accogliente, si sono alternate a momenti di felice convivialità, nei quali chiacchiere e musica hanno alleviato, almeno per un po’, le sofferenze che caratterizzano il percorso migratorio di queste persone.

Ad ottobre, inoltre, abbiamo salutato commossi Maddalena, Pietro e Silvia che con profonda umanità e professionalità hanno coordinato il progetto per un anno grazie al progetto dei Corpi Civili di Pace.

La delicatezza e l’amore che hanno contraddistinto ogni loro incontro e la fermezza con cui hanno denunciato le ingiustizie e le violazioni dei Diritti Umani, rimarranno nei ricordi di tutte le persone con cui sono entrati in contatto.

Li ringraziamo di cuore per la loro preziosa presenza e auguriamo loro di continuare ad essere fermi e sicuri nello stare accanto alle persone ferite che incontreranno.