E sono contenta
Di essere viva
E di avere sentito
Il rumore dell’acqua
Accoccolata su una delle rocce che costellano l’orto di H mi perdo ancora una volta nella bellezza del tramonto su Yatta. C’è un momento preciso, il mio preferito, dove il cielo si colora di rosso, bianco e blu, qualche minuto prima del calare del buio. Fa fresco ora, tira un venticello leggero.
Alle mie spalle troneggia una torretta militare israeliana costruita dopo il 7 ottobre sullo spazio dove l’anno scorso abbiamo piantato pomodori, ulivi, cipolle, melanzane. Non c’è più nulla, ci sono passati sopra con il bulldozer qualche mese fa appiattendo tutto: muretti, piante, sistema di irrigazione. I tubi giacciono per terra, tagliati in tanti pezzi uno più corto dell’altro. Sono decine di metri, tutti spezzettati.
“Non puoi lavorare qui” hanno detto ad H i soldati coloni nelle ultime settimane. Troppo vicino alla colonia, motivi di sicurezza, zona militare chiusa; ogni scusa è buona.