
Situazione attuale
Sono tante le preoccupazioni e le incertezze legate alle modalità con cui il governo Petro può far fronte all’ambizioso progetto della “Pace Totale”, tra tanti ostacoli e situazioni drammatiche che, in alcune regioni, la popolazione civile è costretta a vivere, soprattutto a causa degli scontri armati tra i vari gruppi illegali presenti nel Paese. In particolare, le azioni offensive compiute in aprile dalla guerriglia dell’ELN sono state il doppio di quelle provocate in media ogni mese nell’ultimo anno, come riporta il Centro de Recursos para el Analisis del Conflicto. Tutto questo accade mentre a Cuba si sta sviluppando il terzo ciclo di negoziazioni tra l’ELN stesso e il governo.
All’inizio del mese, sono accaduti altri due fatti gravi, ripresi anche dal SIR. In primo luogo, si è verificato un attacco armato a due volontari internazionali spagnoli dell’International Action for Peace, che fortunatamente sono rimasti illesi, mentre stavano accompagnando a Barrancabermeja la Corporazione Regionale per la Difesa dei Diritti Umani (Credhos). Inoltre, l’opposizione ha tentato, fortunatamente fallendo, di modificare l’articolo 8 del Piano nazionale di sviluppo che “prevede l’obbligo per lo Stato di rispettare, diffondere e implementare le raccomandazioni della Commissione della Verità”.
La Comunità di Pace ha segnalato come, anche nel loro territorio, continuino a essere presenti gruppi armati delle AGC che rappresentano una minaccia per la popolazione civile.
Inoltre, in alcune regioni, nemmeno l’accordo sul cessate il fuoco bilaterale tra governo e dissidenza delle FARC ha avuto la meglio sul terrore. Infatti, nel Putumayo, la dissidenza di Ivan Mordisco ha assassinato 4 indigeni, tutti minorenni che, una volta reclutati dal gruppo armato, sono stati giustiziati perché avevano tentato la fuga.
Come conseguenza di questo grave delitto, il governo ha immediatamente sospeso il cessate il fuoco bilaterale con un decreto firmato dal ministro della Difesa Velasquez.
Secondo un documento della Fundacion Paz & Reconciliacion (Pares), in questi primi mesi dell’anno, sono avvenuti 58 casi di omicidio perpetrati a danno di leader sociali nelle seguenti zone: Cauca, Antioquia, Putumayo, Arauca e Valle del Cauca. Dall’insediamento di Petro ad oggi, sono 128 i leader uccisi e questo, secondo Pares, indica che, nonostante il piano di emergenza dello Stato per la difesa di queste persone, mancano ancora risultati e una serie di misure preventive che possano garantire la tutela delle loro vite.