Situazione attuale
A distanza di poco più di due mesi dalla formazione del nuovo Governo del Presidente Petro, molte sono state le iniziative verso un possibile e più certo percorso di pace. Tra queste, la ricerca di dialogo da parte dello Stato con vari gruppi armati illegali, che ancora sono attivi nel Paese, per realizzare il piano di transizione destinato a concretizzare una “pace totale”. Da qui l’annuncio dell’Alto Commissario per la Pace, Danilo Rueda, attraverso il quale è stata reiterata la notizia dell’apertura delle negoziazioni con il gruppo guerrigliero dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), prevista per il mese di novembre. A questo ha fatto seguito un comunicato della dissidenza delle FARC-EP del “Bloque Occidental” con il quale il gruppo armato annuncia l’auspicabile cessate il fuoco multilaterale e un possibile dialogo con il Governo.
Nonostante gli sforzi, arriva dall’organo di giustizia transizionale JEP (Jurisdicción Especial para la Paz) un richiamo urgente al Governo per mettere in atto misure volte a proteggere la vita dei firmatari dell’Accordo di Pace del 2016. Citando alcune cifre della ONG Indepaz, si parla di 34 ex-combattenti delle FARC-EP uccisi nel 2022 e 82 massacri con 261 vittime.
Un’altra grave crisi umanitaria è rappresentata dalla rotta dei migranti che arrivano nell’Urabá per cercare di raggiungere il Messico o gli Stati Uniti, attraversando l’istmo che separa la Colombia da Panama. Per farlo devono correre innumerevoli rischi sia attraversando il mare, sia la foresta in quel tratto chiamato il “Tapón del Darién” dove molte persone perdono la vita, a causa dei pericoli insiti nella foresta e delle bande criminali che controllano questi passaggi. Giunti a Necoclí, a pochi chilometri da Apartadó, si rifugiano temporaneamente nelle spiagge in condizioni disperate, come il Vescovo di Apartadó, Monsignor Hugo Torres, ha testimoniato al SIR.
In mezzo a tante sfide e difficoltà, la Comunità di Pace di San José de Apartadó continua a essere esempio nonché motivo di stima e riconoscimento internazionale per il lavoro di resistenza pacifica e difesa dei Diritti Umani. Lo dimostra, ancora una volta, il Premio per la Pace 2022 consegnato dall’Associazione spagnola delle Nazioni Unite (ANUE) che ha “riconosciuto la lotta di questa comunità contadina per far cessare le dinamiche della guerra in Colombia, in una delle regioni storicamente colpite dalla violenza”.
Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari
A tutti gli effetti, il mese di ottobre è stato segnato da importanti occasioni per la Comunità di Pace di far conoscere la propria esperienza di vita in vari Paesi europei grazie ad un tour di sensibilizzazione e testimonianza che alcuni suoi membri hanno realizzato oltreoceano, passando anche per l’Italia. Tra i tanti, menzioniamo: l’incontro con il Comune di Fidenza, il quale concesse, nel 2015, la cittadinanza onoraria alla stessa Comunità di Pace, e al Parlamento Europeo; l’incontro organizzato da Amnesty International (Italia), presso l’Università di Bologna; e l’incontro organizzato dal Circolo Culturale Bianchini di Fano.
La situazione di insicurezza, dovuta alla violenza e alle minacce costanti, continua, come denunciato nel comunicato pubblico del 4 ottobre.
Dal 30 ottobre al 1° novembre, due membri della Comunità di Pace, accompagnati da Operazione Colomba, hanno partecipato al “VII Foro Internazionale della Nonviolenza - Crisi alimentare e ricerca di alternative”, organizzato dall’Università del Quindío, il Municipio di Cajamarca e Pueblos en Camino. Un evento ricco di partecipanti che, da diversi Paesi del Sud America e non solo, hanno raccontato le loro esperienze di lotta, resistenza e costruzione di pace. Dalla Colombia, passando per Argentina, Messico, Guatemala, Ecuador, Venezuela e Brasile, si sono mostrati i frutti più belli di un costante lavoro di tessitura di modelli sociali basati sulla condivisione e sulla collaborazione dal basso. L’evento si è concluso con un omaggio alla Comunità di Pace per i suoi 25 anni di re-esistenza nonviolenta alla guerra e allo sfollamento forzato.
A ottobre abbiamo, infine, dato il benvenuto a Valeria, che ha iniziato il suo cammino in Colombia al fianco della Comunità di Pace.