
Palme, palme, palme, banane, banane, banane, aria leggera, afa, afa, afa, caldo umido…
Questo quello che vedo e sento appena atterrata ad Apartadó, luogo di cui ho sempre sentito tanto parlare, ma di cui solo ora colgo la realtà.
Ormai nei miei sogni notturni era diventata la terra delle piante più colorate e degli animali più strani e selvatici.
E ora eccoci qua, per davvero.
Dopo anni trascorsi tra virtualità e isolamento a causa della pandemia, finalmente di nuovo la vita: vera, dura e bellissima.
Il verde che caratterizza la Colombia mi pervade.
E dopo poco mi congiungo finalmente a Monica, il cui “habitat” ormai da anni è proprio questo Paese.
L’arrivo in Comunità di Pace è per me un sogno che si realizza: las Palomas de Paz (così siamo conosciuti qui noi volontari della Colomba) vivono da oltre 12 anni in questo contesto arduo e pericoloso, accompagnando e sostenendo quei contadini che continuano a vivere sulle loro terre, nonostante le minacce dei gruppi armati illegali.
Sembra una frase semplice, ma in realtà comprende svariati significati.
Come vivono i membri della Comunità di Pace sulle loro terre?
Tutti insieme, ognuno con la sua diversità ma in un corpo unico che è la loro realtà, una realtà fatta di singoli, con la propria storia, con le proprie ferite e i propri orgogli, che si uniscono per perseguire un progetto comune.