Aprile 2025

Situazione attuale

Ad aprile, la ONG Aegean Boat Report ha segnalato l’arrivo sulle coste greche di 40 navi (1019 persone) e il respingimento di 7 navi (177 persone) verso le coste turche.

Il continuo ricorso alla pratica del pushback in violazione dei Diritti Umani fondamentali delle persone in movimento sta mettendo a rischio anche la collaborazione tra il governo greco e l’agenzia di controllo delle frontiere europee, Frontex. Secondo il Responsabile dei Diritti Fondamentali Jonas Grimheden, Frontex si trova davanti alla scelta di cessare le proprie operazioni o chiedere un intervento sanzionatorio da parte della Commissione europea.

In un’intervista, il nuovo Ministro per le Migrazioni e l’Asilo Makis Voridis, entrato in carica dopo il rimpasto governativo di marzo scorso, ha criticato l’attuale sistema di gestione europea delle richieste d’asilo, dichiarando che la Grecia “non sarà molto amichevole” qualora ricevesse delle richieste di rimpatrio provenienti dalla Germania. Il Ministro commentava in questo modo la sentenza del 16 aprile scorso della Corte federale amministrativa di Leipzig che ha trovato illegittima una richiesta di asilo presentata da due persone migranti provenienti dalla Grecia e già titolari di protezione internazionale, applicando il principio del regolamento di Dublino secondo il quale i richiedenti asilo possono presentare le proprie richieste solo nel Paese di primo arrivo.

Continua anche il tentativo di criminalizzazione delle persone in movimento e della solidarietà nei loro confronti. Secondo un rapporto di monitoraggio dei media recentemente pubblicato da PICUM, in Grecia nel 2024, 45 migranti e 62 cittadini europei solidali sono stati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e traffico di esseri umani. Per quanto i processi dimostrino spesso l’infondatezza delle accuse, il report ha evidenziato una crescita del tentativo di ostacolare il fenomeno migratorio e dell’accoglienza tramite un crescente ricorso a questi capi d’accusa.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Nel mese di aprile i/le volontari/e hanno accolto i nuovi ragazzi del progetto Corpi Civili di Pace: Chiara, Elio, e Pietro.

Sono proseguite le attività fuori dai campi. A Ritsona, la continua mancanza di trasporti e le difficoltà ad accedere ai servizi fondamentali come quelli sanitari continua a creare forte disagio per i residenti del campo.

Al campo di Malakasa si è seguito da vicino il caso di un ragazzo il quale, dopo essere stato aggredito per aver chiesto il pagamento al datore di lavoro, si era rivolto ad una clinica, dove aveva ricevuto un trattamento medico che lui ha ritenuto inadeguato. I volontari lo hanno accompagnato personalmente per garantire cure adeguate e successivamente alla polizia per sporgere denuncia. Il suo caso riflette purtroppo difficoltà che, nella vita delle persone in movimento, sono la normalità.

È proseguito anche il supporto alla famiglia di H., ricoverato in terapia intensiva in condizioni critiche. Si è condiviso con la famiglia il dolore e l’incertezza derivanti non solo dalla gravità della situazione clinica, ma anche dalle difficoltà di comunicazione con i medici e dalla totale frammentazione degli interventi di supporto. La famiglia si trova infatti praticamente sola ad affrontare una situazione estremamente complessa, in assenza di un sistema di aiuto integrato e coordinato.

Ciò che continua ad emergere sono il profondo dolore e la paralizzante incertezza per il futuro che accompagna le persone in movimento, oltre al senso di impotenza e al peso di trovarsi schiacciati da un sistema che impedisce loro di realizzarsi, così come la speranza che un pezzo di carta possa farli tornare a vivere davvero.