Situazione attuale
La Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP) e l’Unità di ricerca di persone date per desaparecids hanno incontrato i primi resti umani in un terreno ubicato nella Comuna 13 a Medellin, noto come La Escombrera. Tra il 2002 e il 2003 operativi militari con l’appoggio di gruppi paramilitari uccisero e fecero scomparire i corpi di centinaia di giovani. Le loro famiglie da anni sono alla ricerca di sapere cos’è successo ai propri cari: una lunga battaglia, sostenuta da varie organizzazioni per i Diritti Umani, che segnalavano quel sito come un possibile luogo di interramento di oltre 500 corpi. Una lotta instancabile di centinaia di madri contro lo scetticismo e il negazionismo istituzionale: las cuchas tienen razón è la frase che risuona oggi in tutto il Paese in onore a queste donne. Il 23 gennaio, la conferma in un comunicato ufficiale da parte della JEP: “I reperti forensi recuperati a La Escombrera, corrispondono ad almeno quattro persone, tra cui una giovane donna. A La Escombrera, gli abitanti della Comuna 13 sono stati assassinati e i corpi fatti scomparire. Questa verità giudiziaria è inequivocabilmente supportata dalle prove documentate dalla JEP e dai dettagli del processo forense. Qualsiasi tentativo di metterla in dubbio o di suggerire il contrario non solo è infondato, ma anche offensivo nei confronti delle vittime e, soprattutto, socialmente immorale. Tutte le vittime presentano segni di violenza peri-mortem e ferite compatibili con proiettili d'arma da fuoco, in particolare colpi di grazia”.
Una gravissima crisi umanitaria sta colpendo la regione del Catatumbo, nel nord-est del Paese. Sono oltre 47.000 le persone sfollate a causa di scontri armati e, secondo il Ministero della Difesa, al momento 41 le persone uccise tra le quali minori, leader sociali e firmatari dell’Accordo di Pace.
Il Catatumbo è una regione strategica per essere frontiera con il Venezuela e per la presenza di coltivazioni illecite. I combattimenti in atto tra i vari gruppi armati illegali sono legati in particolare al controllo delle coltivazioni di coca, circa 30.000 ettari secondo i report dell'ufficio ONU contro la droga e il crimine. Nel mezzo della catastrofe umanitaria, il 26 gennaio il leader dissidente delle estinte FARC-EP in quel territorio, alias Jhon Mechas, ha inviato una lettera al Presidente Petro in cui chiede di trovare “un modo per superare questa tragedia” e assicura che le sue truppe “non risponderanno allo stesso modo” agli attacchi dei guerriglieri dell'ELN, aprendo forse così una porta al dialogo con i guerriglieri.
Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie
Il lavoro di accompagnamento alla Comunità di Pace è stato anche questo mese molto intenso, soprattutto nei due villaggi più lontani da San Josecito: all’Aldea de Paz a Mulatos e a La Esperanza dove la situazione di insicurezza per i membri della CdP continua ad essere preoccupante. La richiesta ai volontari e volontarie di Operazione Colomba di monitoraggio e accompagnamento durante gli spostamenti dei membri della CdP per lo svolgimento delle attività agricole o di commissioni in zone urbane è costante e fondamentale per garantire loro maggior sicurezza.
In questo mese, i lavori si sono concentrati sulla preparazione dei terreni per la semina di fagioli, mais e nuove piante di cacao.
E’ importante mantenere i riflettori accesi anche a livello internazionale sulla situazione di rischio, in particolare dei leader più esposti della Comunità di Pace, come avvenuto lo scorso 16 gennaio ad Apartadó con un incontro tra alcuni membri della CdP e Gilles Bertrand, ambasciatore dell’Unione Europea in Colombia, che pubblicamente ha riaffermato la solidarietà della UE “alla lotta della CdP per vivere in pace e in un territorio libero dalla presenza di gruppi armati”.