Giugno 2024

Situazione attuale

Attraverso un documento firmato dal Presidente colombiano lo scorso 5 giugno, è stato regolamentato il funzionamento del “Gabinetto per la Pace” con il quale Petro sta cercando di informare la collettività, in maniera più ampia e puntuale, rispetto all’andamento dell’implementazione dell’Accordo di Pace e alle negoziazioni con i vari gruppi armati illegali. Per questa ragione, i ministri dovranno produrre dei documenti ogni due mesi che rispondano ai seguenti obiettivi: la formulazione, l’implementazione e il controllo delle politiche, dei piani, dei programmi e dei progetti in materia di pace. Non in secondo piano anche la condivisione dei risultati ottenuti e delle sfide che la politica pubblica sta affrontando rispetto alle tematiche della pace a 360 gradi, in special modo quelle relative ai dialoghi, agli accordi e alle negoziazioni con i diversi attori armati illegali. Su quest’ultimo punto, a fine giugno, si è concluso in Venezuela il primo ciclo di diaologo tra il governo e la Dissidenza delle FARC, guidata da Ivan Marquez, che ricordiamo aveva firmato l’Accordo di Pace ma, in seguito, insodisfatto delle risposte del governo Duque, aveva fondato la Seconda Marquetalia e riabbracciato di nuovo le armi. Secondo quanto definito dal primo ciclo di dialogo, la Dissidenza avrebbe accettato il cessate il fuoco unilaterale, ma anche di rilasciare le persone sequestrate e di non indossare uniformi e fucili nei municipi, nelle vie e nei fiumi dove usualmente esercita il proprio controllo. In cambio, il governo accelererà la formazione di programmi e progetti economici e sociali, nonché la formulazione di risposte per arrivare al disarmo totale del gruppo armato. Il prossimo ciclo di dialogo si terrà in luglio a Cuba e sarà accompagnato da Paesi ed enti garanti quali il Venezuela, la Norvegia, la Conferenza Episcopale e l’ONU.
Nonostante i numerosi sforzi del governo, la violenza nel Paese lascia sconcertati. Anche questo mese è stato assassinato un noto leader indigeno del Cauca, Luis Eduardo Vivas, mentre altri due giovani sono stati sequestrati dai membri del Clan del Golfo a Segovia, nel nord-est di Antioquia. A questo si aggiunge un massacro di 7 persone a Rio Negro, a circa un’ora da Medellin. La terribile situazione, che colpisce soprattutto la popolazione indigena del Cauca, aveva portato, a inizio mese, all’occupazione di uno spazio all’interno della Nunziatura Apostolica di Bogotà. Come dichiarato dal Congreso de los Pueblos, l’occupazione aveva l’obiettivo di dar voce alla situazione disperata di sfollamento e violenza che differenti etnie indigene stanno vivendo in varie regioni, a causa degli scontri armati tra vari gruppi armati illegali presenti nel territorio, in particolare, quello dell’ELN. Dopo due giorni e con una missiva inviata anche al Papa, il gruppo di 20 occupanti è stato ricevuto dal governo che si è ripromesso di intervenire al più presto per permettere a centinaia di indigeni, costretti a sfollare dalle proprie terre, di ritornarvi.


Una notizia positiva, invece, è giunta sul fronte della giustizia come risultato storico ottenuto da alcune vittime colombiane. E’ stata, infatti, condannata negli Stati Uniti Chiquita Brands per aver finanziato, tra il 1997 e il 2004, le Autodefensas Unidas de Colombia (AUC), un gruppo paramilitare autore di massacri e omicidi selettivi in tutto il Paese. L’impresa produttrice di banane, pur di mantenere le sue attività commerciali, ha pagato 1,7 milioni di dollari al gruppo armato illegale di cui conosceva le modalità atroci di azione. In questo modo, ha contribuito ad aumentare e consolidare il potere e la presenza delle AUC in Urabà (Antioquia), causando un incremento della violenza nella regione. La stessa Comunità di Pace di San José de Apartadó si era fatta portavoce da tempo di questo genere di complicità, che spesso coinvolgono aziende, società multinazionali e nazionali e i gruppi armati illegali.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Non ha fatto eccezione il mese di giugno per quanto riguarda l’impegno dei volontari/e di Operazione Colomba ad accompagnare costantemente i membri della Comunità di Pace (CdP) nei vari villaggi per svolgere le attività agricole, che ormai da tempo non possono più praticare in sicurezza a causa delle costanti minacce alla loro vita dovute alla presenza sul territorio delle AGC. Questo gruppo armato illegale si infiltra in mille forme nella vita sociale della popolazione civile e non risparmia la violenza contro chi si oppone al loro dominio, come espresso nella Costancia della Comunità di Pace il 16 giugno.
La situazione contingente è stata anche riportata a Bogotà dal rappresentante legale della Comunità di Pace al vice segretario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Da sottolineare, inoltre, l’importante passo avanti intrapreso dal Ministero degli Interni rispetto alle promesse fatte alla Comunità di Pace dopo l’omicidio di Nayeli ed Edison. Quando si è riunito con i membri della CdP a San Josecito, insieme ai funzionari della Unità di Restituzione di Terra, al Ministero delle Attività Minerarie, alla Missione di Verifica delle Nazioni Unite, al rappresentante per l’Unione Europea e alle Ambasciate di Austria, Irlanda, Norvegia e Svizzera, ha rimarcato l’impegno del governo rispetto ad alcune istanze della Comunità di Pace relative al territorio e alla difesa della vita e dell’ambiente.
Nel cuore della notte del 27 giugno, la CdP si è stretta intorno alla tomba di Eduard Lanchero a 12 anni dalla sua prematura dipartita. Padre Javier Giraldo ha celebrato la Santa Messa e ricordato la figura di Eduard: un giovane, amante del diritto e della giustizia, prima accompagnante e poi membro della Comunità di Pace a cui ha dedicato la sua esistenza, vivendo la persecuzione e sotto costante minaccia dei diversi gruppi armati. Attraverso le voci della madre di Eduard, di Brigida e del leader della CdP, combinate insieme ai ricordi del Padre, hanno riecheggiato nell’oscurità della notte le parole illuminate di quest’uomo che così scriveva della Comunità di Pace: “...si può solo lasciare testimonianza dell’eroismo di questa resistenza che ricrea e mantiene la memoria dei suoi morti, l’allegria quotidiana, il suo pianto, la sua tristezza, le sue speranze, i suoi desideri, le sue frustrazioni e i suoi trionfi. Tutti loro sono indescrivibili e solo chi ha potuto stare lì e quelli che leggeranno o sapranno della Comunità saranno suoi testimoni storici, mentre la verità venga detta e la resistenza civile si manifesti…” (El caminar de la Resistencia: una Busqueda Historica di Eduard J. Lanchero).
Diamo, infine, il benvenuto a Leone che condividerà questo cammino di lotta e resistenza in terra colombiana.