SITUAZIONE ATTUALE
Dopo i momenti difficili vissuti il mese scorso in diverse regioni colombiane a causa dell'avanzata paramilitare, il mese di dicembre è trascorso con un'apparente calma. Come sempre, come conseguenza delle denunce a livello internazionale riguardo le gravi violazioni del diritto internazionale, fa seguito un periodo di silenzio da parte dei gruppi armati.
Non altrettanto silenziosa è stata invece la delegazione delle FARC alla Avana che ha chiesto lo scorso 28 novembre al Governo colombiano di definire un piano congiunto per localizzare e smantellare strutture criminali vincolate a bande paramilitari percepite come una minaccia al processo di pace che dalla fine del 2012 si sta realizzando a Cuba.
Attraverso un comunicato, le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia hanno chiesto la conformazione di una “unità speciale di investigazione e analisi per lo smantellamento del paramilitarismo”. In accordo con la proposta, questa unità avrebbe la missione di elaborare e presentare, previa la firma dell'accordo finale e in un termine non superiore ai 4 mesi, un documento con l'ubicazione geografica e i nessi con poteri politici ed economici locali, nazionali e transnazionali dei gruppi paramilitari. Con base su questo documento dovrà mettersi in marcia un piano di azione contro il paramilitarismo che sia verificabile in obiettivi e tempi attraverso anche il monitoraggio di organismi internazionali come le Nazioni Unite, Unasur (Unione delle nazioni sudamericane), Celac (meccanismo intergovernativo di dialogo e concertazione politica tra 33 Paesi dell'America Latina e del Caribe) oltre a Enti Statali.
Ad oggi il Governo colombiano non ha dato una risposta alla richiesta delle FARC. Prima di iniziare il dialogo con le FARC la Colombia aveva negoziato, tra il 2002 e il 2010, il disarmo e la smobilitazione di gruppi paramilitari.
Lo storia di tale smobilitazione è tristemente conosciuta non solo per il fallimento del disarmo di questi gruppi, ma al contrario per il loro rafforzamento e, nel tempo, per la loro avanzata territoriale e l'assunzione di un potere sempre più grande.
Nonostante le denunce dei vincoli tra la forza pubblica e questi gruppi armati, nonostante gli scontri a fuoco, le vittime e gli sfollamenti forzati causati in questi ultimi anni dai paramilitari, lo Stato colombiano ne ha sempre negato l'esistenza, definendoli bande criminali legate al narcotraffico.
Dopo le pressioni e denunce di organismi nazionali e internazionali dei fatti accorsi il mese scorso, definiti anche dal famoso politologo colombiano Alfredo Molano Bravo come “elementi sommamente gravi per il proseguo dei colloqui di Pace”, ha fatto seguito il comunicato delle FARC con il quale si è proposta la concertazione di una “legislazione di emergenza” per disarticolare in forma “effettiva ed immediata” i gruppi clandestini antiguerriglia e per impedire la nascita di nuove bande. Chiaramente la preoccupazione delle FARC è che possa accadere quello che passò nel 1984 quando fu sterminata la “Union Patriotica” (più di 3000 aderenti) e cioè che una volta che la guerriglia abbia deposto le armi, gli ex militanti vengano uccisi dai gruppi paramilitari in “accordo” con il governo. Per questo le FARC hanno chiesto allo Stato una ferma posizione e un piano concreto di azione contro i paramilitari e la creazione di “territori di pace”, aree cioè di sicurezza per gli ex guerriglieri e le loro famiglie dove possano sviluppare la loro vita sociale e politica.
CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA' SUI VOLONTARI
Durante il mese di dicembre i volontari hanno scortato varie volte in città i diversi leader della Comunità impegnati in questo mese in una serie di incontri a Bogotà presso alcune Ambasciate e al Congresso della Repubblica per un dibattito sulla presenza paramilitare nel territorio.
Un particolare spazio in questo mese è stato dedicato alla preparazione delle iniziative natalizie, tra cui la celebrazione della Prima Comunione per 20 bambini della zona.
I volontari hanno partecipato con i bambini all'allestimento del presepe nel Monumento alla memoria, dove sono stati per la prima volta esposti i ritratti di almeno 50 delle 200 vittime avute nella Comunità in questi ultimi venti anni.
Le festività natalizie si sono svolte invece nel villaggio di Mulatos, a circa 6 ore a piedi da San Josecito. Il percorso fangoso ha reso più faticoso del solito il cammino, ma l'atmosfera natalizia e la semplicità della gente hanno fatto dimenticare presto la stanchezza. La Comunità di Pace si è riunita per la consueta Assemblea Generale dove si è discusso delle varie tematiche politico-sociali attuali fermandosi, con l'aiuto di Padre Javier, a riflettere in particolare sui colloqui di Pace in corso a Cuba.