APPROFONDIMENTO CONTESTO
Nel report di questo mese vorremmo porre l'attenzione sugli effetti del Plan Colombia a 12 anni dalla sua attuazione. Per questo proponiamo ai lettori la traduzione e rielaborazione della relazione intitolata “Una década del Plan Colombia” di Michael Shifter, presidente dell'Inter-American Dialogue, con sede a Washington e professore aggiunto dell'Università di Georgetown.
SITUAZIONE ATTUALE - CONDIVISIONE E LAVORO - VOLONTARI
Con il mese di gennaio diamo il benvenuto a Clara a cui auguriamo un buon cammino in questa terra latina.
Queste settimane sono state caratterizzate soprattutto dagli accompagnamenti alla vereda la “Esperanza” a causa degli scontri avvenuti a novembre tra paramilitari e Farc che hanno avuto come conseguenza l'insediamento di una base paramilitare nei pressi della vereda. Il gruppo armato illegale segue con il controllo del territorio e delle persone che vi circolano e vivono. Ancora persiste il divieto di avere piccoli spacci per la vendita di generi di prima necessità e l'obbligo per le famiglie di comprare in città solo lo stretto necessario, con l'accusa di venderlo alle Farc.
A dicembre ed ora a gennaio gruppi di decine di paramilitari sono entrati nelle proprietà della comunità e nelle case degli abitanti della vereda minacciando e spaventando la popolazione affinché si sottometta ai loro ordini e non collabori con la guerriglia e nemmeno rimanga “neutrale” o si azzardi a denunciarli. Quello che vogliono è l'appoggio incondizionato della gente.
Durante la presenza dei volontari alla “Esperanza” si è potuto toccare con mano la difficoltà della popolazione civile ad accettare tale convivenza forzata e a dover misurare le proprie necessità alimentarie con le assurde regole dettate da questi criminali.
E' chiaro che la situazione è molto complessa: la realtà contadina che vede parte della popolazione coinvolta, o sotto minaccia o per scelta personale nella coltivazione illecita di coca, non deve confondere le idee sulla assoluta violazione dei diritti umani che questi gruppi armati illegali stanno esercitando sulla gente.
Le notizie che sono giunte nell'ultima settimana di gennaio sono ancora più preoccupanti. Gruppi di centinaia di paramilitari stanno occupando vaste aree tra la “Esperanza” ed il “Porvenir”. Entrano nelle proprietà private, nelle case, dove minacciano di uccidere, di rubare il bestiame. Pare che la loro visibilità sia tale che i contadini li vedono quotidianamente muoversi nell'area, trasportando viveri con le mule e accamparsi nelle tenute... e la guerriglia è vicina. La possibilità che si abbiano scontri a fuoco tra i due gruppi è altissima e la gente è spaventata.
Ancora più desolante la risposta della forza pubblica: il nulla assoluto. Nessuna truppa sta pattugliando, nessun ordine di entrare nelle vereda ed intervenire in difesa della gente. A dispetto dei sempre più numerosi articoli dei giornali che annunciano l'arresto in ogni angolo di Cordoba ed Antioquia di diversi personaggi appartenenti a gruppi paramilitari, sconcerta che centinaia di uomini armati possano circolare nell'assoluta libertà a poca distanza dalle basi militari e di polizia (la città più vicina alla Esperanza e al Porvenir si raggiunge in due ore di cammino).
Se si esclude la possibilità che l'esercito non intervenga per paura di perdere in combattimento i propri soldati, l'unica spiegazione possibile rimane quella che i colombiani denunciano da anni, e cioè la totale ed assoluta connivenza di parte dell'esercito con i paramilitari. Del resto il “fermo armato” dello scorso 5 gennaio, ordinato dal gruppo paramilitare degli “urabenos” (dopo la morte, per mano della polizia, del loro capo storico alias “Giovanni”) che ha paralizzato 6 dipartimenti nel nord della Colombia, la dice lunga su chi realmente comanda in questo martoriato paese.
La situazione nelle altre veredas della comunità appare abbastanza tranquilla solo nell'area di Cordoba. Le famiglie di Mulatos e Resbalosa invece vivono la pressione della presenza forte dei militari, che non si occupano tanto della sicurezza della popolazione, quanto di entrare nelle proprietà della gente senza permesso, dove vi stazionano per settimane e tagliano gli alberi per far atterrare gli elicotteri. A peggiorare le cose, la nuova numerosa presenza della guerriglia rende ancora più forte la sensazione di insicurezza ed instabilità delle famiglie. La possibilità che le Farc si stiano organizzando per recuperare il terreno perso contro i paramilitari, non sono altro che nuovi venti di guerra.