San José de Apartadò: assediato dai “Gaitanisti”?

Colombia
Proponiamo la traduzione di un articolo tratto da verdadAbierta.com del 15/02/2016

Sono divenute ripetute e costanti le denunce di leader e abitanti di questo municipio dell'Urabà antioqueño (area in cui operano i volontari di Operazione Colomba, ndr) sulla presenza, ogni volta più numerosa e intimidatoria, delle cosiddette “Autodefensas Gaitanistas de Colombia”.


Le preoccupazioni non sono poche e già si iniziano ad avvertite le conseguenze della suddetta presenza. “Il paramilitarismo si sta prendendo San José de Apartadò!” esclama Oscar Zapata, integrante dell'associazione contadina di San José de Apartadò – Acasa – dopo aver avvisato dell'espansione che stanno realizzando le denominate “Autodefensas Gaitanistas de Colombia” (AGC), chiamate anche “Clan Usuga” o “Urabeños” nei villaggi e nei territori che un tempo furono bastioni della guerriglia delle FARC.

Secondo questo leader comunitario, i timori della comunità che, paradossalmente tendono ad aumentare nella misura in cui cresce la possibilità di un accordo di pace tra la guerriglia delle FARC e il governo nazionale, non sono infondati, né sono di oggi.
Già nell'agosto del 2013 difensori di organizzazioni per i diritti umani denunciarono un'incursione dei “Gaitanistas” nel villaggio di Sabaleta che lasciò come tragico risultato la morte di un contadino di nome José Pacheco e lo sfollamento di un centinaio di famiglie dei villaggi La Hoz e Rodoxalli.

Nel 2014, attraverso un documento di analisi del rischio (n°012-14A), il Sistema de Alertas Tempranas (SAT) della Defensoria del Pueblo, avvertì del rischio che sarebbe ricaduto sulla popolazione di questo municipio a causa delle incursioni di questa banda criminale nei villaggi di transito e rifugio del V° Fronte e della “Columna Movil Mario Velez” delle FARC.

In quel momento, il SAT della Defensoria richiamò l'attenzione riguardo l'emergenza umanitaria che la presenza di questa banda criminale stava generando, mentre si denunciarono assassinii selettivi e combattimenti con il V° Fronte delle FARC dove alla popolazione civile toccò la parte peggiore rimanendo in mezzo al fuoco incrociato, situazione che generò vari sfollamenti massivi nel settembre del 2013.

“Inoltre si riuscì a dimostrare che, in alcune proprietà di varie famiglie sfollate di Rodoxallì, si svilupparono progetti di ripopolamento nei quali il gruppo armato illegale avrebbe costruito 48 abitazioni e una strada che da questo villaggio conduce al municipio di Nueva Antioquia in Turbo.
L'occupazione di questo territorio permise l'espansione del Frente Central Urabà già che ottennero anche di collocare uomini armati nel municipio di Piedras Blancas in Carepa” affermò il SAT nel suo documento.

Di male in peggio

A giudicare da quello che stanno denunciando i leader contadini da circa sei mesi, la situazione non mostra miglioramenti. Nell'ottobre del 2015, portavoci di Acasa, hanno denunciato lo sfollamento forzato di tre famiglie, una del villaggio Aguas Frias e le altre due del villaggio La Hoz, tutto a causa delle minacce proferite dai Gaitanistas. Il 21 di questo stesso mese, leader contadini hanno denunciato l'assassinio del contadino Ernesto Guzman, apparentemente perché si è rifiutato di vendere la sua terra ai seguaci di alias Otoniel (capo del Clan Usuga ndr).

Il fatto più grave però si è registrato nel novembre 2015 quando 48 famiglie del villaggio La Esperanza hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni a causa dell'arrivo dei “Gaitanisti”, i quali non solo hanno manifestato chiaramente le loro intenzioni di impossessarsi della catena montuosa di Abibe che attraversa il municipio, ma hanno dichiarato inoltre di avere una lista nera nella quale figuravano 8 contadini della zona […] che sarebbero stati giustiziati in qualunque momento.

Oggi, in accordo con Oscar Zapata, la presenza dei “Gaitanisti” si è consolidata nei villaggi come Arenas Bajas, Arenas Altas, La Esperanza, Playa Larga, Sabaleta, Las Flores, Rodoxalli, La Hoz e La Resbalosa. “Loro hanno capito che conquistare il consenso della comunità è la miglior strategia. Per questo hanno fatto varie riunioni con i presidenti delle giunte di azione comunale e con i leader contadini. Quello che di fatto preoccupa è che dicono che scacceranno tutti coloro che abbiano vincoli con la guerriglia”, afferma questo leader comunitario.

Non si tratta di una minaccia minore. Per decenni, San José de Apartadò è stato un bastione militare e politico della guerriglia delle FARC. Nelle sue fila ci sono combattenti che furono reclutati nei villaggi di questo municipio. “Per questo, che dicano che attaccheranno le famiglie che hanno vincoli con la guerriglia è molto preoccupante, perché moltissime sono le famiglie in cui (dalle FARC) sono stati reclutati figli e fratelli. Ancor più preoccupante oggi è che le FARC si stiano ripiegando, che le loro azioni militari stiano diminuendo molto e che stiano già pensando di definire le proprie aree di concentrazione (zone nelle quali si ubicheranno gli ex guerriglieri nel post conflitto, ndr) e di portare a termine il processo di pace”, aggiunge Zapata.


Persecuzioni ai leader?

Molte delle denunce formulate da parte delle comunità di San José de Apartadò sono state registrate nel documento di analisi del rischio ( n.0022-15) del SAT della Defensoria nel novembre del 2015. In esso si segnala come le azioni della forza pubblica realizzate all'interno dell'Operazione Agamennone, la quale cerca di smembrare il denominato “Clan Usuga”, stiano aumentando le probabilità di vulnerabilità dei diritti umani per gli abitanti di questo municipio.

Questo accade, segnala il SAT, perché le azioni armate dell'Operazione Agamennone, che da febbraio hanno permesso la confisca di varie tonnellate di cocaina, la cattura di persone appartenenti al gruppo armato illegale e provocato scontri a fuoco fra le parti, si sono sviluppate proprio nella zona di Nuova Antioquia; inoltre il ripiego dei “Gaitanisti” nei villaggi di San José de Apartadò obbedisce al fatto che questi territori costituiscono una retroguardia per il passaggio strategico che unisce Chigorodò (Polines), Carepa (Municipio Piedras Blancas), Apartadò (Conca Alta del fiume Mulatos) e Turbo (municipio di Nueva Antioquia).

Secondo Oscar Zapata, ancora più grave sarebbe la mancanza di azioni da parte dell'esercito nazionale per contenere l'avanzata di queste strutture nel municipio: “Noi abbiamo dato le coordinate all'esercito, dicendogli dove stavano i paramilitari, però non c'è stata nessuna azione. Non capiamo come a pochi metri da un posto dell'esercito ci sia un accampamento di questo gruppo “Los Urabeños” e non succede nulla. Quello che invece accade è che catturarono alcuni leader, credo io, per rappresaglia”.

In questa situazione di confusione, i militari hanno arrestato sei dirigenti comunitari sui quali pesano accuse per delitto di ribellione (collaborazione con le FARC, ndr).
In San José de Apartadò sono presenti truppe della Brigada Movil XI così come delle Brigade XVII e XXIV dell'Esercito nazionale.

In occasioni precedenti, alti comandanti delle forze militari hanno sottostimato pubblicamente la presenza di strutture appartenenti ai “Gaitanistas” e, al contrario, hanno dichiarato in diversi mezzi di comunicazione che le denunce formulate dai leader comunitari facevano parte della strategia del V° Fronte delle FARC per squalificare le azioni della forza pubblica.
Oltre a questa situazione, quello che è chiaro è che un'eventuale abbandono delle armi da parte della guerriglia delle FARC genererà nuove dinamiche in territori che storicamente sono state loro zone di retroguardia, come San José de Apartadò.

Quello che si evidenzia qui è un ri-accomodamento delle pedine della guerra che, come si può vedere, inizia a generare profonde preoccupazioni tra le comunità perché, come sempre, sono loro quelle che pagano le conseguenze della presenza di qualunque attore armato, senza che importi la divisa che indossa.